Palermo, l’eredità ebraica
Nella Serra Tropicale, con l’organizzazione dell’Officina di Studi Medievali, Francesco Bonanno ha tenuto un laboratorio di scrittura per la scoperta dell’alfabeto ebraico. Nella Sala Lanza, Carlo Trombino, dell’Università degli Studi di Palermo, ha esposto la sua lectio magistralis, che ha avuto come titolo “Professori ebrei all’Università di Palermo: Levi, Terni, Segre’ e Jesi, dal 1915 al 1979”.
Tutto ciò è accaduto nel corso della nona edizione di Una Marina di Libri, festival letterario di Palermo, tenutosi dal 7 al 10 giugno all’interno dell’Orto Botanico del capoluogo siciliano.
Ma, all’Interno di Una Marina di Libri, ci sono stati anche altri appuntamenti distinti dalla identità ebraica. Nella Serra Carolina, la scrittrice Sandra Petrignani ha presentato il suo libro “La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg”, edito da Neri Pozza, in corsa per il Premio Strega. La scrittrice ha esordito sottolineando che Natalia Ginzburg è nata a Palermo e che, proprio in Via Libertà, dopo attente ricerche, è stato possibile scoprire la casa dove è nata l’autrice di “Lessico famigliare”. All’ingresso di quella casa, oggi c’è una targa in ricordo che lì nacque la Ginzburg.
Sempre nella Serra Carolina dell’Orto Botanico, è stato presentato il documentario “Furio Jesi. Man from Utopia”, di Carlo Trombino e Claudia Martino, i quali hanno concentrato i loro studi sull’intellettuale che, negli anni ‘70, insegnò nell’Ateneo di Palermo.
E poi allo spazio La Fontana, con la presenza degli autori e di Evelyne Aouate, delegata della Comunità napoletana per la sezione di Palermo, è stato presentato al pubblico il libro “La Meschita. Il quartiere ebraico di Palermo”, di Francesco D’Agostino con fotografie di Sandro Riotta.
Tra i quasi cento stand, sparsi dentro i viali dell’Orto Botanico, c’era anche quello della Giuntina, casa editrice fiorentina guidata da Shulim Vogelmann e specializzata in Ebraismo.
Tutto ciò a Palermo, il cui logo di Capitale Italiana della Cultura 2018 è composto da quattro P diverse, indicative delle ‘radici’ della città: fenicia, greca, araba ed ebraica.
Daniele Ienna