Ticketless – L’eco della stampa

alberto cavaglionIl soffio dei ricordi, questa settimana, non è venuto dal profumo dei tigli, ma dall’eco della stampa. Non quello, ansiogeno, della rassegna del mattino, delle inchieste politiche, delle agenzie sulla rotta dell’Aquarius, ma del glorioso “Eco della Stampa” di Umberto e Ignazio Frugiuele. Questa settimana ho trascorso alcune ore, a dire il vero serene e poco ansiogene, nell’archivio di una grande casa editrice, sfogliando dossiers di recensioni di libri pubblicati in Italia negli anni Cinquanta. In cima ad ogni ritaglio il francobollino della gloriosa ditta fondata dalla famiglia Frugiuele all’inizio del Novecento. L’Argo della Stampa, poi Eco della Stampa, via Giuseppe Compagnoni 12 a Milano. Quando si è giovani si coltivano ambizioni sbagliate: la mia non era quella di insegnare per tutta la vita, ma di essere assunto da Frugiuele e sbagliata era solo perché una ventina di anni dopo sarebbe naufragata per colpa del clic di un motore di ricerca. Immaginavo – non l’ho mai visitato – l’ambiente monacale dello studio di Frugiuele, dove operosi collaboratori muniti di forbici e colla raccoglievano le recensioni, apponendovi sopra un bel timbro con il nome della testata che aveva accolto l’articolo. Un timbro c’era per tutti, anche per la più sperduta gazzetta di provincia. Poi il francobollino veniva incollato sul ritaglio e spedito alla casa editrice che aveva sottoscritto l’abbonamento. Un nobile artigianato, un cottimo intellettuale in un mondo dove la retorica, la pratica e lo sfruttamento del cibo portato a casa era ancora di là da venire.

Alberto Cavaglion