Quaderni di Ravensbrück

lotoroTra il 2005 e il 2007 le ricercatrici Shirli Gilbert e Juliane Brauer pubblicarono rispettivamente Music in the Holocaust. Confronting Life in the Nazi Ghettos and Camps (Clarendon Press, Oxford) e Musik im Konzentrationslager Sachsenhausen (Metropol Verlag, Berlin); entrambi i testi sono fondamentali nell’analisi della fenomenologia musicale nei Lager sorti nel territorio metropolitano tedesco.
Nel 2005 le Éditions de la Martinière Paris pubblicarono il testo dell’operetta–revue Le Verfügbar aux Enfers, scritta a Ravensbrück dall’etnologa francese Germaine Tillion; il 2 giugno 2007 presso il Théâtre du Châtelet di Parigi si tenne la prima esecuzione de Le Verfügbar aux enfers per attore, voci soliste ed ensemble strumentale (musicisti della Orchestre de Chambre Pelléas diretta da Hélène Bouchez), l’esecuzione fu altresì registrata per France Musique.
Nel dicembre 2005 Friedrich Veitl e Insa Eschebach sottoposero alla delegazione del Land di Berlino presso il Governo Federale tedesco i risultati di un paziente lavoro di raccolta e analisi storica della produzione poetico–musicale femminile dal 1941 al 1945 presso Ravensbrück, lavoro confluito nel doppio volume e CD allegato Europa im Kampf 1939–1944. Internationale Poesie aus dem Frauen–Konzentrationslager Ravensbrück a cura di Constanze Jaiser e Jacob David (Metropol Verlag, Berlin); l’opera editoriale è di alto valore storico e contiene una riproduzione in facsimile di 47 poesie e canzoni prodotte clandestinamente a Ravensbrück in 11 lingue diverse declamate su disco da 14 ex deportate a Ravensbrück nonché due registrazioni fonografiche delle ex deportate Jefrosinia Tkačova e Nadja Kalnitzkaja che cantano Ravensbrücklied, scritta nel 1942 nel Campo dalla deportata sovietica Zina detta Zinaida.
Tale materiale poetico fu pubblicato in lingua ceca nell’antologia Evropa v Boji 1939–1944 grazie all’opera di traduzione di Vlasta Kladivová e Vera Hozáková, entrambe ceche deportate a Ravensbrück; l’originale fu scritto e illustrato con inchiostro e colori sottratti da uffici delle SS del Lager su un quaderno salvato da Ravensbrück e abbandonato presso un appartamento di Praga.
Nel 2007 la casa discografica danese OH Musik ApS pubblicò il CD Sange midt i mørket. Musik i Frøslevlejren 1944–45, contenente non soltanto le canzoni scritte nel Campo di prigionia di Frøslevlejren dalla pianista e compositrice danese Else Marie Pade ma altresì le canzoni arrangiate nel medesimo Campo dalla pianista danese Karin Brieg, già docente di pianoforte di Pade e sua compagna di prigionia a Frøslevlejren.
Nel 2008 la Hungaroton pubblicò il CD In Memoriam. Hungarian Composers victims of the Holocaust che, pur contenendo una sola opera scritta in cattività (la Sonata per violino di Sándor Kuti), ha avuto il pregio di promuovere la produzione musicale di compositori ebrei ungheresi deceduti nei Lager quali Pál Budai, Elemér Gyulai, György Justus, Sándor Vándor, László Weiner.
Carion (1)Nel 2011 Albrecht Dümling pubblicò il volume Die verschwundenen Musiker. Jüdische Flüchtlinge in Australien (Böhlau–Verlag, Köln, Weimar), molto aggiornato sui musicisti ebrei classificati enemy aliens dal governo britannico allo scoppio della Guerra e trasferiti in Australia; nel medesimo anno la Royale Philharmonie Quaregnon (Belgio) diretta da Michel Dupas eseguì in prima assoluta la Marche du Stalag VIIIA del compositore belga Fernand Carion (nella foto).
Riguardo al materiale fonografico di canti e brani strumentali ricordati a memoria da musicisti sopravvissuti, sono da citare il 78 giri Low is the Sun composed by Lt. John Lashly at Stalag Luft 1 & All through the Night composed by Lt. Harry Korger at Stalag Luft 1 (AAFS Orchestra diretta da W.O. Edward Sadowsky) e il 33 giri Canti dei Lager de I Dischi del Sole (Edizioni del Gallo, Milano).
A dispetto di tutte le più severe disposizioni del Terzo Reich in materia artistico–musicale, tra il 1941 e il 1945 i musicisti internati o trasferiti o deportati nei Campi produssero una quantità incalcolabile di musica a carattere swing, jazz e cabaret; l’ILMC di Barletta ne conta 1354 al netto di parodie e arrangiamenti di materiale pregresso.
A ciò aggiungasi che – fatte le dovute proporzioni demografiche – nei Campi di sterminio si produceva più musica che nei Campi di internamento o concentramento o di altra tipologia.
Si può proibire quanto si vuole ma la creazione musicale è un fiume in piena difficilmente arginabile; la musica prodotta in cattività costituisce un meraviglioso capovolgimento di ogni logica e tutto quanto artisticamente prodotto nei Campi ne è la più ampia dimostrazione.

Francesco Lotoro