viaggio…

Nella parte conclusiva del Libro di Bemidbar (Numeri), la Torah presenta un lungo elenco delle tappe percorse dai figli d’Israele, a partire dall’uscita dall’Egitto fino a quando il popolo giunge presso il fiume Giordano, sulle soglie della Terra di Kenaan. Commentando questo passo, Rashì lo paragona al racconto di un Re (riferimento narrativo che chiaramente allude all’azione del Signore verso il popolo d’Israele) che compie un lungo viaggio per portare il figlio ammalato nel luogo dove avrebbe potuto ricevere le cure necessarie alla guarigione; nel percorso di ritorno il Re ricorda con affetto al figlio i luoghi dove si erano soffermati nel viaggio di andata – “Qui ci siamo fermati a riposare, qui ti doleva il capo…”. Rav Aharon Lichtenstein si sofferma sulla spiegazione di Rashì per trarne un insegnamento di fondo: “Perché il Re racconta le varie tappe del Viaggio? Potremmo pensare che sia importante conoscere solo l’esito finale del percorso, nel caso specifico la guarigione del figlio, invece di proposito ci vengono narrate anche le tappe, perché nella vita non conta solo raggiungere l’obiettivo che ci siamo proposti, ma anche come lo raggiungiamo, perché per laTorah “il fine non giustifica i mezzi”; inoltre non dimentichiamo che ogni momento della vita è importante, non solo la meta, che non sempre corrisponde pienamente a quella prefissata, l’importante è che ogni mossa possa essere come quelle dei figli d’Israele trascritte da Mosè “Al pì Hashem”, secondo la volontà del Signore.

Giuseppe Momigliano