Lezioni di civiltà

bassanoLa finale per la Coppa del Mondo 2018 più che una partita di calcio è stata incorporata da molti nell’ormai onnipresente battaglia tra “sovranisti” e “globalisti” – quest’ultima categoria per lo più concepita dai primi! -, tanto che qualche politico nostrano si è precipitato a Mosca per seguirla dal vivo. La Francia multietnica, europeista e “meticcia” contro una Croazia pura e bianca protettrice delle proprie frontiere.
Non sono un grande appassionato del calcio contemporaneo, quindi il risultato mi avrebbe lasciato comunque indifferente, ma già avevo immaginato i commenti di alcuni opinionisti e soprattutto del popolo del web “anti-buonista” nell’eventualità di una vittoria croata: probabilmente avremmo letto che la perdita della Francia era da imputare ai giocatori di origine straniera, alla loro carente partecipazione, al loro manchevole desiderio di vittoria nel giocare con una maglia e per un paese da loro “odiato”, un po’ come quella scarsa o doppia lealtà per la nazione attribuita spesso agli ebrei. Un celebre politico difatti affermò nel 2006 dopo la sconfitta della Francia da parte dell’Italia che quest’ultima “aveva vinto contro una squadra che ha perso, immolando per il risultato la propria identità, schierando negri, islamici e comunisti”.
Visto che questa volta le cose sono andate un po’ diversamente, i soliti noti hanno allora insistito sull’immagine di una Francia “messa a ferro e fuoco” da quella stessa società multietnica glorificata dai presunti “globalisti”. Disordini ed episodi di vandalismo dopo la finale russa non sono sicuramente mancati, sebbene molto ridimensionati nei notiziari non italiani e soprattutto, compiuti a quanto pare da francesi senza grandi distinzioni etniche. Ma facendo un salto indietro, solo per curiosità, sono andato a ricercare le notizie dei festeggiamenti successivi alla vittoria dell’Italia ai mondiali 2006 in Germania, aspettandomi naturalmente una reazione da parte degli azzurri molto pacata e “sportiva”, visto che al tempo non eravamo ancora granché vittime degli ultimi sbarchi e di “meticciati vari” orditi da Soros e piani kalergiriani-pluto-sionisti: si legge allora su vari organi di stampa di “festa insanguinata, teppisti, momenti di paura a Roma, la camorra che aspetta la festa per colpire a Napoli” (Quotidiano Nazionale) “vetrine danneggiate e auto in fiamme, 11 arresti” (Repubblica), o “incidenti in tutta Italia per i festeggiamenti” (Corriere). Beh sì, la Francia non è sicuramente un modello esemplare di inclusione sociale, ma leggere gli articoli di cronaca del passato potrebbe essere un buon esercizio di tanto in tanto anche per comprendere un po’ di più di questo paese, non così diverso rispetto ad altri per dare lezioni di civiltà…

Francesco Moises Bassano