Un ebreo che sparla troppo

Anna SegreI capi dissero al re: «Sia ucciso quest’uomo, perché egli scoraggia i guerrieri rimasti in questa città e scoraggia tutto il popolo rivolgendo loro tali discorsi, poiché quest’uomo non cerca il bene del popolo, ma il male». Il re Sedecia rispose: «Ecco, egli è nelle vostre mani, poiché il re non può nulla contro di voi». Essi presero Geremia e lo gettarono nella cisterna di Malkijà, figlio del re, che si trovava nel cortile della prigione. Vi calarono Geremia con delle corde. Nella cisterna non c’era acqua ma fango; Geremia affondò quindi nel fango. (Geremia 38, 4-6)

Proviamo a immaginare la situazione: proprio nel momento del massimo pericolo, in piena guerra, con i nemici che incombono, questo Geremia (come definirlo? Un intellettuale? Un ebreo che odia se stesso? Un traditore?) si mette a predicare contro il popolo di Israele, a fare le pulci sulle ingiustizie (fingendo di non sapere che Nabuccodonosor, il nemico, non era certo uno stinco di santo) e, soprattutto, si permette di abbassare il morale del popolo profetizzando terribili sventure. Dopo più di 2600 anni, alla luce delle conseguenze, conoscendo la storia, sapendo che il libro di Geremia è parte del Tanakh, non abbiamo troppe difficoltà a decidere chi aveva ragione e chi aveva torto, chi aveva confidato negli alleati sbagliati, chi veramente voleva il bene di Israele. Ma sul momento chi di noi avrebbe dato ragione a Geremia? Chi non avrebbe ritenuto appropriato calare nel fango chi gettava fango contro Israele in un momento così difficile?
Come distinguere i falsi profeti dai veri profeti? Dato che in effetti non è facile capirlo forse l’unica cosa che possiamo fare è rispettare le opinioni altrui e ammettere la possibilità che anche colui che sbaglia sia sinceramente convinto di parlare per il bene del popolo. Del resto anche la vicenda di Geremia è fatta di curiosi capovolgimenti: lo calano nella cisterna, ma subito dopo lo tirano fuori, il re lascia fare ma poi lo manda a chiamare. Insomma, la porta del dialogo non si chiude mai del tutto, e forse anche per questo nel momento più buio Geremia potrà pronunciare parole di speranza.

Anna Segre