…ignoranza

Come il ministro Salvini si occupa spasmodicamente del problema dei profughi e dei migranti – che quasi non esistono, vista la realtà dei dati ufficiali – così i sindaci di alcune città italiane si occupano della politica di Israele e della causa palestinese. In entrambi i casi, si tratta della strategia dei diversivi. Ma da che cosa i nostri politici desiderano distogliere la nostra attenzione? È lecito chiederselo, e sarebbe interessante che riuscissimo a risponderci. Ma il recente voto di un ordine del giorno contro Israele da parte del Consiglio comunale di Torino è davvero un caso curioso. Non vale neppure la pena di entrare nel merito: si tratta di un pretesto assoluto, e non siamo noi a dover rispondere. Dovrebbe essere invece la sindaca Appendino e il suo consiglio a dover motivare il fatto che un consiglio comunale si occupi di politica estera, anziché preoccuparsi dell’amministrazione della sua città, dell’ordine pubblico, della pulizia delle strade, della potatura dei giardini e, non proprio ultimo, della gestione oculata degli eventi culturali in Piazza San Carlo. Siamo ormai nell’epoca in cui tutti parlano di tutto, tutti disquisiscono di tutto, tutti sono esperti di tutto. Le competenze non valgono più e i ruoli sono tutti intercambiabili. Anzi, meno sai e meno ti compete maggiore è il tuo diritto alla parola e alla decisione. È davvero l’ora di finirla con l’arroganza del sapere, della preparazione, dei titoli e della competenza. Non se ne può più.
Evviva i selvaggi e la loro beata ignoranza.

Dario Calimani, Università di Venezia