Il cerchio si stringe

Anna SegreMoncalieri, teatro del brutto episodio del lancio di uova che ha colpito l’atleta Daisy Osakue, è a cinque minuti di macchina da casa mia verso sud, la zona multietnica e ricca di locali di San Salvario (dove qualche giorno fa si è verificata un’altra aggressione) è a cinque minuti di macchina verso nord. Difficile non avere la sensazione di un cerchio che si stringe sempre di più. Diventa sempre più difficile pensare che le cose succedono altrove, in altre regioni, in altre città, in altri quartieri, in realtà diverse dalla nostra su cui non possiamo permetterci di esprimere giudizi. Quando i fatti gravi si avvicinano e coinvolgono i luoghi che frequentiamo tutti i giorni, allora ci accorgiamo che la realtà che alcuni per propaganda dipingono come intollerabile non è altro che la normalissima realtà in cui viviamo.
E quando gli atti di razzismo, odio, violenza gratuita, escono dalle periferie e dalle zone disagiate, coloro che parzialmente li giustificavano (e implicitamente li fomentavano) si rendono conto che la carta della realtà intollerabile, delle situazioni di disagio che giustificherebbero ogni cosa, non è più spendibile. Ed ecco che improvvisamente tirano fuori dalla manica la carta delle coincidenze.
È difficile credere che tanti episodi di razzismo concentrati in pochi giorni (forse davvero quello di Moncalieri non lo era, ma su molti altri purtroppo non ci sono dubbi), e guarda caso proprio in un periodo in cui molti esponenti politici se ne escono tranquillamente con dichiarazioni razziste o per lo meno ambigue, siano una coincidenza? E perché mai non si dovrebbe crederlo? Viviamo in un paese in cui è considerato assolutamente logico, anche per la legge, sostenere che una versione di latino o di greco perfettamente identica a quella pubblicata su un sito (credo che la probabilità che questo accada per caso sia più o meno una su un milione) non è una prova di copiatura da internet; dunque figuriamoci se si può parlare di cause e di effetti in un paese che crede così fermamente nel potere delle coincidenze. Però almeno gli allievi che copiano le versioni da internet non hanno trascorso le settimane precedenti a proclamare il diritto di copiarle.
E noi ebrei? Quanti impiegheremo a capire che questo clima avvelenato ci riguarda anche quando non ci tocca direttamente?

Anna Segre, insegnante