Pagine Ebraiche – Vittorio Giardino Un film racconta la sua arte
È tanto rigoroso quando lavora alle tavole dei suoi albi, “Romanzi disegnati” come recita il sottotitolo, quanto preciso ed esigente durante le riprese. Protagonista di “Le circostanze”, documentario prodotto da Ladoc e diretto da Lorenzo Cioffi, Vittorio Giardino non smette un momento di chiedere spiegazioni e suggerire soluzioni. Non deve essere stato facile il lavoro di Cioffi e di tutta la troupe: Giardino oltre ad essere un artista di fama internazionale è un grande personaggio, e una persona con cui è un privilegio poter trascorrere tanto tempo. Ma averlo come protagonista di un documentario, confessano sottovoce, è anche faticoso. “Li sta facendo impazzire, secondo me” commenta sorridendo Guido Vitale, giornalista e direttore di Pagine Ebraiche, che ha partecipato alle riprese con un ragionamento sull’ebraismo nei libri di Giardino.
Il risultato è un ritratto completo del grande maestro del graphic novel europeo: racconta la sua opera, il suo metodo di lavoro, e il legame strettissimo tra la sua poetica e la storia del Novecento. Due personaggi in particolare, attraversano lo schermo: Max Fridman e Jonas Fink. Il primo è una spia che attraversa l’Europa degli anni Trenta e Quaranta districandosi tra avventure, amore e amicizia. Figura elegante e bell’aspetto, ha una barba curata come il suo autore e fuma la pipa. Ex agente segreto francese, ritiratosi a Ginevra con la figlia Esther, continua ad essere coinvolto in missioni di vario genere in giro per l’Europa. Negli ultimi tre volumi delle sue storie attraversa la Guerra Civile spagnola sulle tracce di Guido Treves, un amico scomparso. Intelligente e colto, si presenta come agiato commerciante di tabacco. È difficile non pensare vi sia almeno una parte di autoritratto. La trilogia di Jonas Fink, ebreo che nella Cecoslovacchia sovietica vive infanzia e adolescenza dietro la cortina di ferro fino a diventare adulto al tempo della caduta del Muro di Berlino, ha vinto il prestigioso Prix Angoulème nel 1995 e l’Harvey Award a San Diego nel 1999. Il documentario intreccia le storie dei suoi personaggi alle immagini d’archivio: la Guerra civile spagnola, Praga nel 1968, le tavole si mescolano ai filmati d’epoca. Si va da Barcellona a Praga e molto si resta a Bologna, sua città natale, alla riscoperta dei luoghi e dei tempi che hanno costituito l’ossatura e le ambientazioni dei suoi racconti. Esperti di storia e di fumetto approfondiscono gli aspetti chiave del suo lavoro: dalla linea chiara alla costruzione dell’intreccio, dal metodo al rigore della documentazione storiografica e della ricerca iconografica. Architetture narrative sofisticate, una cura straordinaria per la correttezza storica e per il dettaglio più minuto, e sopra a tutto una enorme attenzione alle ragioni e ai tratti della identità europea.
Sono solo fumetti, direbbero alcuni, ma i romanzi disegnati di Giardino indagano a fondo i margini di libertà individuali. E le identità.
Ada Treves, Pagine Ebraiche Agosto 2018