benedizione…

La Benedizione originale.
Vedi, Io pongo difronte a voi oggi Benedizione e Maledizione. La Benedizione [è] che porrete ascolto alle Mitzvoth dell’Eterno vostro D-o che Io vi comando oggi. E la Maledizione [sarà] se non porrete ascolto alle Mitzvoth dell’Eterno vostro D-o e vi allontanerete dalla via che Io vi comando oggi per andare dietro altri dei che non conoscete. (Deuteronomio 11, 27)
Rashi: A condizione che porrete ascolto.
I Maestri hanno insegnato: tutte le volte in cui si dice “a condizione che” si intende dire “da ora”. (Ghittin 75b)
Confrontando i versetti impariamo una importante lezione riguardo al nostro rapporto con l’osservanza delle Mitzvoth: “La Benedizione [è] che porrete ascolto alle Mitzvoth dell’Eterno vostro D-o che Io vi comando oggi. E la Maledizione [sarà] se non porrete ascolto alle Mitzvoth dell’Eterno vostro D-o”.
Nel primo caso il testo usa la parola “Ascher” (Che), nel secondo la parola “Im” (Se).
La Benedizione viene data “a condizione che”, dice Rashi. Ciò significa che qui ed ora D-o dà la Sua Benedizione ancor prima che l’uomo abbia adempiuto a tutte le Mitzvoth. D-o è disposto a darci la Sua Generosità a credito; con l’intesa che, in futuro, soddisferemo tutte le sue condizioni. La maledizione, d’altra parte, non viene data “a condizione”; non è inflitta fino a quando il popolo non trasgredisca effettivamente le Mitzvoth. Questa è un’immagine incoraggiante e benevola delle vie di D-o in questo mondo.
Si noti che, in base al testo, la Benedizione non è nulla di conseguente o estrinseco (ad esempio: diventare ricchi) all’osservanza delle Mitzvoth: la Benedizione si identifica con “ascoltare i comandamenti di HaShem”. È come se la Torah dicesse: fare del bene è la vera ricompensa; “La ricompensa di una mitzvah è la mitzvah, la ricompensa di una Averah è la Averah” (Avoth).
La Maledizione, invece, è qui intesa come conseguenza del non prestare attenzione ai comandamenti. Il messaggio è: il male è non ascoltare il volere di D-o e questo ha delle ulteriori conseguenze: il male morale ne è la conseguenza sociale. La Benedizione è una condizione esistenziale a priori; la Maledizione è mera conseguenza degli errori dell’uomo, quando ignora l’imperativo etico-morale della voce di D-o.
Dobbiamo necessariamente ammettere l’esistenza di una autorità etica sovrannaturale ed eterna. Solo questa autorità può essere la fonte di un’Etica Universale a priori. Se quindi esistono dei principi etici a priori, assoluti e universali, come fonte di questi principi è necessario il soprannaturale. Un sistema etico a priori, universale e assoluto può essere tale solo se è fondato su una autorità universale e assoluta, soprannaturale ed eterna: D-o.

Paolo Sciunnach, rabbino