…libertà

Da quando, ormai 10 anni fa, Geert Wilders, insieme ai partiti e movimenti animalisti, propose in Olanda una legge per abolire la kashrut non ho smesso di denunciare come l’antisemitismo stesse rilegittimandosi in Europa attraverso la porta dell’islamofobia. La convinzione mi si è rafforzata nel corso degli anni, in cui ho visto un’estrema destra cavalcare in modo palesemente strumentale la questione del maltrattamento animale, oppure dei diritti dei bambini, nel caso della circoncisione. Anche quella giocata in funzione anti islamica, ma con palesi ricadute sull’ebraismo europeo. Per questo, mi ha fatto piacere la denuncia di settimana scorsa di Rav Di Segni riguardo i rischi che questo governo davvero possa approvare una legge anti macellazione rituale, che ciclicamente si ripresenta. L’alleanza è sempre la stessa: animalisti (Michela Vittoria Brambilla) + destra (Lega). Forse, bisognava con maggior forza insistere sui rischi di denunce indiscriminate all’Islam europeo, sapendo discernere, ad esempio fra chi le bombe le metteva e chi le subiva. Forse, bisognava non fermarsi alla superficiale equazione Salvini anti-Islam = pro-ebrei. Non era così difficile capire l’abnorme strumentalizzazione di cui eravamo vittime. Mi vengono in mente le parole di Giorgio Gaber della canzone «Il conformista», che «È il risultato di una specie che vola sempre a bassa quota in superficie, poi sfiora il mondo con un dito e si sente realizzato». A cui bisognerebbe aggiungere le parole di Pierpaolo Pasolini: «Lei è un uomo medio. E sa che cosa è un uomo medio? Un mostro, un pericoloso delinquente, conformista, colonialista, razzista, qualunquista.» Forse, siamo tutti diventati molto conformisti. Si spera che le parole, assai più autorevoli delle mie, di Rav Di Segni ci sveglino e che l’ebraismo italiano risponda compatto no a questi tentativi di limitarne le libertà.

Davide Assael, Presidente Associazione Lech Lechà

(29 agosto 2018)