Bilancio sociale 1 / Finanze UCEI, al servizio della società

“L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane è un ente che offre servizi, dalle attività educative all’informazione. Non è un’azienda che vende un prodotto, non fa bottoni, ma si fonda sull’essere un centro di servizi dedicati agli iscritti così come all’intera società. E per poter continuare a farlo ha bisogno di reperire risorse e del sostegno, attraverso l’Otto per mille, della società a cui si rivolge”. A tracciare brevemente assieme a Pagine Ebraiche un quadro delle attività portante avanti dall’Unione è l’assessore al Bilancio UCEI Davide Romanin Jacur. Il bilancio di un’istituzione racconta molto della sua natura, della sua identità, dei suoi obiettivi, sottolinea Romanin Jacur, per questo è necessario comunicarlo con chiarezza e trasparenza al pubblico e spiegare per cosa vengono utilizzate le risorse che i contribuenti del nostro Paese affidano all’ente rappresentativo dell’ebraismo italiano. “Premesso che effettivamente il bilancio UCEI dipende in maniera molto importante dai fondi Otto per mille (che rappresentano ben oltre 50 per cento delle entrate) bisogna anche dire che in grandissima parte l’Unione non li trattiene: il 60 per cento viene infatti girato alle 21 comunità ebraiche; una parte consistente è poi utilizzata per i progetti strategici dell’ente, utilizzati per iniziative rivolte sia all’interno sia all’esterno”. E vale dunque la pena entrare nel merito di quali siano questi progetti, evidenzia l’assessore al
Bilancio dell’Unione, che ricorda “il grande investimento in attività educative di cui sono un esempio: il Collegio rabbinico di Roma e la scuola Margulies-Disegni, dedicate alla formazione dei rabbini, che non sono intermediari religiosi, bensì maestri e custodi della tradizione ebraica a cui è demandata l’interpretazione della Halakhah rispetto alle circostanze più complesse che ci presenta l’attualità, da quelle scientifiche a quelle sociali; il Diploma universitario triennale in Studi ebraici, aperto a tutti e dedicato alla formazione superiore nell’ambito dell’ebraismo così come il Master di primo livello in Cultura ebraica e Comunicazione, che sempre più andrà a coordinandosi con le attività delle università, combinando i piani didattici”. Tra gli orizzonti a cui l’UCEI dedica risorse e servizi c’è poi il Sud d’Italia, protagonista negli ultimi anni di un risveglio d’attenzione rispetto al suo legame con l’ebraismo. “In Meridione c’è una importante riscoperta delle radici ebraiche, come testimoniano la sempre più alta partecipazione delle persone alla Giornata europea della Cultura ebraica così come l’incremento del numero di comuni e luoghi che aderiscono alla Giornata stessa.Tutto questo ha prodotto una richiesta significativa di assistenza all’Unione sia sul fronte religioso sia culturale”. Tra le aree su cui l’UCEI ha deciso oramai dieci anni fa di avviare investimenti strategici c’è quello della comunicazione e informazione. “Il mensile Pagine Ebraiche e i diversi notiziari quotidiani e settimanali online, assieme al Portale dell’ebraismo italiano moked.it, vengono seguiti e ripresi dai principali media italiani. Questi strumenti, così come il programma Rai Sorgente di vita, hanno un valore importante perché raccontano al pubblico il passato ebraico ma anche il suo presente, presentando così il suo essere parte viva e integrante della società italiana. Del resto, l’ebraismo è una componente essenziale ed imprescindibile di questo paese: la sua presenza risale a due millenni fa e ha accompagnato tutte le vicende della penisola. Nella storia recente, poi, gli ebrei italiani hanno vissuto da protagonisti la nascita della nostra democrazia”. L’intreccio inscindibile tra Italia ed ebraismo va dunque raccontato al grande pubblico così come è importante presentare un volto obiettivo della vivace democrazia israeliana. “I mezzi d’informazione dell’Unione servono anche per raccontare Israele oltre il conflitto spiega l’assessore la sua florida realtà, capace di produrre know-how e tecnologie che poi vengono utilizzate in tutto il mondo”.
Per portare avanti tutte queste iniziative è necessario reperire le risorse, anche per rispondere a una diminuzione dei firmatari dell’Otto per mille, che apre una stagione di nuove sfide per l’ente. “Dobbiamo tenere duro e cercare di coinvolgere di più il pubblico che ci è vicino affinché sostenga le nostre attività ma anche lavorare per trovare risorse nuove. Le entrate dell’Otto per mille, come abbiamo visto, non sono scontate e la presidenza UCEI assieme alla Segreteria stanno lavorano in modo incessante per trovare nuovi fondi, da reinvestire in progetti per il mondo ebraico e per tutta la società” spiega l’assessore al Bilancio, che poi si sofferma sull’importanza del lavoro delle singole comunità. “Abbiamo un riscontro di come ci siano comunità ebraiche che lavorano molto bene con il territorio, capaci di raccogliere firme in un numero decine di volte superiore a quello degli iscritti.
Significa che le comunità si fanno sentire e sono capaci di raccontarsi. In diversi casi, ci sono esempi piccoli miracoli, di realtà che riescono sia a custodire il proprio patrimonio di beni culturali sia a costruire nuove attività”. Già presidente della Comunità ebraica di Padova, Romanin Jacur porta l’esempio della sua realtà. “Nel 2015 abbiamo creato ex novo il Museo della Padova ebraica, il cui obiettivo è di raccontare in modo interattivo e innovativo la relazione profonda tra comunità e città. Una storia rappresentata dai volti e dalle vite di personaggi del passato, che hanno lasciato un’impronta importante nella tradizione ebraica così come nella stessa Padova”. Il museo è un esempio della capacità del mondo ebraico italiano di portare cultura sul territorio, un elemento centrale in tutte le iniziative UCEI. Così come lo è la difesa dei diritti delle minoranze, un impegno che non va a bilancio ma che “è un elemento imprescindibile dell’identità ebraica e dei valori di cui è portatrice nella società”.
Dossier sull’anno 5778, Pagine Ebraiche Settembre 2018