Un anno per la dignità

Sermoneta piccola“Ukhtov lechajjm tovim kol bené beritekha – E iscrivi per la vita buona tutti i figli del Tuo patto”
Durante tutti giorni penitenziali – da Rosh ha shanà a Yom Kippur – in tutte le preghiere che recitiamo, non si fa altro che aggiungere un inno alla vita.
Noi ebrei, mai come in questi dieci giorni, preghiamo Dio che ci conceda la vita.
I nostri Maestri, ci fanno notare che l’aggettivo usato sempre vicino a “chajjm – vita” è “tovim – buona”. Infatti la vita non può essere una vita se non è una “buona” vita.
Una vita dignitosa, piena di soddisfazioni e di ogni bene: da quelli morali a quelli più materiali.
La vita è il bene più prezioso di cui l’Eterno ci abbia fatto dono ed è per questo che, in un periodo come quello che inizia da Rosh ha shanà – in cui si celebra la Creazione del mondo – e termina con Kippur, dove ci sottomettiamo alla giustizia divina, non possiamo fare altro che chiedere a Lui ciò che più Gli sta a “cuore” e che è stata proprio la motivazione della nostra Creazione: la vita.
Chotvenu be sefer ha chajjm.

Rav Alberto Sermoneta, rabbino capo di Bologna

(12 settembre 2018)