Bilancio Sociale 8 / Conoscenza attraverso lo studio
Grazie al corso di Storia della Musica ebraica che si terrà nel nuovo anno accademico presso il Diploma universitario triennale in Cultura ebraica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane gli studenti si confronteranno con testi provenienti dalla liturgia ebraica, dai Salmi o da poesie ebraiche medievali accompagnati da melodie “prese a prestito” dai paesi in cui tali canti sono stati composti. Si tratta di un efficace esempio di come la cultura ebraica si sia sviluppata nel corso della sua storia a contatto con il contesto locale, e di un’altrettanta valida dimostrazione di come non sia possibile ricostruire la storia della musica tout court senza conoscere in quali forme essa sia stata utilizzata anche in ambito ebraico. Un altro importanti esempio di questi “prestiti” viene dal principale commentatore della Torà, Rashì (XI secolo) che gli studenti del primo e del secondo anno approfondiranno nel corso di Esegesi biblica. Grazie al costante riferimento che Rashi faceva alla lingua volgare del suo tempo, quando voleva illustrare un termine nel modo più adeguato, i suoi commenti sono divenuti oggi uno strumento fondamentale per ricostruire le particolarità di quella antica lingua francese. Un caso ancor più determinante per la storia culturale e religiosa lo abbiamo poi analizzato durante le lezioni di Letteratura ellenistica: si tratta della traduzione della Bibbia in greco, la Settanta che, realizzata per gli ebrei di lingua greca, è divenuta strumento imprescindibile per il mondo cristiano. Questi e molti altri esempi di simbiosi, prodottisi in contesti geografici diversi, hanno colorato l’ebraismo – formatosi tramite lo studio assiduo delle sue numerose fonti tradizionali e dei suoi molteplici Maestri – di tinte differenti, arricchendone il pluralismo. Poiché quella ebraica è tradizione essenzialmente dialettica – i nostri corsi di Talmud lo esemplificano ad ogni lezione – essa è refrattaria all’idea della (o di una) Verità unica, promuovendo una strada che non rifiuta le contraddizioni, ma indica una via percorribile all’interno di queste. L’esperienza ebraica mostra che è possibile sentirsi radicati alla propria città e al proprio paese e al tempo stesso proiettarsi oltre i confini, così come un impegno nel quotidiano non esclude un costante sguardo a un futuro migliore del presente. L’idea messianica ebraica, tante volte ripresa e rielaborata in più ampi contesti filosofici e politici, torna spesso nelle lezioni del Diploma. Gli studenti e gli uditori raccolgono e mettono a confronto i documenti studiati nelle lezioni di storia, con le diverse correnti messianiche ebraiche presentate nel corso di filosofia, con le speranze e le utopie che esplicite o implicite affiorano talvolta nei romanzi della moderna letteratura. Un generale monito a non avallare le ingiustizie che si producono quotidianamente nell’indifferenza dei più, e ad alimentare un autentico impegno per una società più giusta, rispondendo a un forte richiamo contenuto nelle fonti bibliche. L’impegno formativo dei docenti del Diploma UCEI è dunque volto anche alla formazione di un cittadino cosciente dei propri doveri etici e civili, un cittadino radicato in Italia e al tempo stesso proiettato verso l’Europa, portatore ovunque di valori umani universali, perché a questi sensibilizzato e attento.
Myriam Silvera, Pagine Ebraiche settembre 2018