…Fascisti
Per chi – anche nel mondo ebraico – pensa che l’antisemitismo fascista sia stato semplicemente una parentesi ideologica estranea al comune sentire della stragrande maggioranza della popolazione italiana, sarà istruttivo leggere nel 2018 la “lettera aperta” al direttore del giornale “Il Piccolo” di Trieste scritta da Renzo de’ Vidovich, ex deputato del MSI e attuale presidente dell’associazione dei dalmati italiani della citta Giuliana. Vi si leggono alcune affermazioni che fanno a pezzi la storia come realmente è avvenuta, ma che sono perfettamente in linea con quanto generazioni di italiani hanno potuto leggere nella storia del fascismo scritta da Giorgio Pisanò e ripubblicata or son pochi mesi da “Il Giornale”. Ecco alcuni passaggi molto espliciti: “(…) gli italiani, compresi i fascisti, pur rei di aver approvato le cosiddette “leggi razziali” del 1938 non misero mai a repentaglio l’incolumità e la vita degli ebrei né in Italia, né nei paesi occupati dal regio Esercito fino all’8 settembre 1943”. “Negli ultimi giorni, il Piccolo di Trieste ha pubblicato paginate intere sulle ‘leggi razziali’, parlando di nazi-fascisti, quando, invece, è provato che i fascisti italiani sottrassero ai nazisti tedeschi intere popolazioni ebraiche, nonostante l’emanazione delle ‘leggi razziali’.” E ancora: “È storicamente documentato dalla Scuola sionista ebraica che il fascismo non uccise alcun ebreo e, anzi, ne salvò la vita a 30.000.” Fino ad arrivare a questa definizione che immagina una realtà ebraica semplificata e rozza, che l’autore piega alle sue esigenze politiche: “Lo scrivente, invece, capisce e difende la parte più importante della Comunità ebraica di Trieste, convinta che la tradizione ebraica possa ormai contare solo sui sionisti dello Stato d’Israele e teme, invece, che la Diaspora mondialista ebraica possa portar loro solo danni e rischi, attuando una politica contraria ai popoli europei.”
Le leggi razziali diventano “cosiddette”, gli italiani non avrebbero mai messo a repentaglio la vita degli ebrei, i fascisti avrebbero sottratto gli ebrei al massacro nazista (tesi interessante visto che – fatta salva Roma – tutti gli ebrei che finirono deportati ad Auschwitz vennero arrestati da militi italiani); e che dire della fantomatica Scuola sionista ebraica (chi sarebbero?) che sosterrebbe che “il fascismo non uccise alcun ebreo”? L’apoteosi, a ottant’anni dal discorso di Mussolini in piazza Unità a Trieste, è proprio il riferimento finale a una fantomatica “Diaspora mondialista ebraica”, che ricorda tanto da vicino le parole pronunciate dal capo del fascismo in quell’occasione: “L’ebraismo mondiale – urlava il duce – è stato durante questi sedici anni, malgrado la nostra politica, un nemico irreconciliabile del fascismo”. Allora come oggi, c’era una folla disposta ad applaudire.
Gadi Luzzatto Voghera, Direttore Fondazione CDEC