Controvento – Terapie
Ci sono persone che mettono in atto rituali ripetitivi e spesso curiosi. C’è chi si lava continuamene le mani, chi allinea metodicamente le matite dalla più corta alla più lunga, chi controlla decina di volte che porte e finestre siano sbarrate, chi si alza solo appoggiando il piede destro, fino a complessi cerimoniali che possono compromettere la qualità della vita. Sono sintomi del disturbo ossessivo-compulsivo (DOC, o OCD in inglese), che finora, secondo la gravità, vengono catalogati come problemi psicologici o psichiatrici. Ma le neuroscienze oggi ci insegnano che quelli che pensiamo siano problemi della mente sono in realtà disfunzioni del cervello, e come tali vanno curate.
Il disturbo ossessivo-compulsivo è una sindrome molto diffusa: si è calcolato che ne soffre un individuo su cinquanta. Si manifesta spesso già nell’adolescenza e in America sarebbero cinque milioni le persone colpite, ma si ritiene sia una stima al ribasso, per la reticenza nel dichiararlo. Ne hanno sofferto personaggi celebri come il matematico Kurt Godel, il magnate Howard Hughes, il filosofo Kiekegaard, lo scrittore di fiabe Hans Christian Andersen, il musicista Gioacchino Rossini e persino Charles Darwin. E chi non ricorda Lawrence d’Arabia interpretato da Peter O’Toole, con la sua ossessione di non essere toccato. In tempi più recente Leonardo di Caprio ha reso nota la sua battaglia contro l’OCD, anche per sensibilizzare l’opinione pubblica.
Ora c’è una nuova speranza di cura. La start up israeliana BrainsWay (fondata nel 2003 da Abraham Zangen, Yiftach Roth, Avner Hagai e David Zacut dal 2007 e quotata in Borsa presso lo stock exchange di Tel Aviv) ha ricevuto nei giorni scorsi l’approvazione della Food and Drug Administration americana per introdurre sul mercato un trattamento molto innovativo delle patologie ossessivo-compulsive attraverso l’utilizzo della TMS (stimolazione magnetica transcranica). La tecnica non invasiva si avvale di un semplice caschetto, presto disponibile sul mercato, che viene indossato e stimola la corteccia prefrontale emettendo impulsi magnetici attraverso una spiralina a forma di otto. Un nuovo successo per la ricerca applicata israeliana, che apre interessanti prospettive per la cura delle malattie del cervello: i fondatori della start up ritengono che questo tipo di trattamento si pensa possa essere efficace anche per curare schizofrenia, disordini bipolari, autismo e depressioni.
“È un traguardo storico” spiega Joseph Zohar, professore di psichiatria presso la Sackler School of Medicine di Tel Aviv University e presidente della International Organization for Compulsive Interference Disorder (ICOCS), nonché a capo del team che ha eseguito la sperimentazione clinica sui pazienti compulsivi-depressivi. “Per la prima volta viene approvata una tecnica non invasiva per la cura degli OCD”. Ovviamente, notizie di questo tipo vanno prese con una giusta dose di perplessità: mancano infatti i follow up per capire se i risultati sono permanente o i sintomi vengono alleviare temporaneamente, e si tratta comunque di una terapia che deve effettuata da specialisti in strutture controllate.
Le stimolazioni-magnetiche, elettriche e con ultrasuoni- sembrano la più avanzata frontiera nella terapia del cervello. Lo scienziato italiano Martin Monti, che lavora alla UCLA, ha ottenuto risultati sorprendenti nel risvegliare alcune funzioni dei pazienti con disordini della coscienza tempestando il talamo con ultrasuoni focalizzati a bassa intensità. E la Deep Brain Stimulation, che comporta però l’inserimento di un elettrodo nel cervello, ed è quindi una tecnica invasiva, si è dimostrata molto efficace nella cura del Parkinson e viene utilizzata in tutto il mondo. Elettrodi e caschetti che emettono stimolazioni elettriche e magnetiche vengono oggi testati in molti centri di ricerca israeliani con risultati incoraggianti.
Il cervello è una centralina elettrico-magnetica e un laboratorio chimico. Finora le terapia si focalizzano sul trattamento chimico, attraverso farmaci. Oggi ci si indirizza sempre di più a correggere le aritmie elettriche e a stimolare neuroni e sinapsi attraverso ultrasuoni e onde magnetiche. Una prospettiva interessante, ma che pone anche interrogativi a livello etico, come la maggior parte degli interventi su quella scatola magica che è il nostro cervello.
Viviana Kasam