La Giornata a Casale
Un viaggio lungo mezzo millennio
Storytelling è una parola alla moda nel mondo della comunicazione, nata per il cinema, oggi è diventata un mantra nel marketing e nella pubblicità, eppure significa semplicemente ‘narrazione’. Un’attività che è il fondamento nella storia dell’uomo ed è molto radicata in particolare nella cultura ebraica, una cultura basata proprio su testi che raccontano il rapporto tra l’Onnipotente è l’umanità. Ecco quindi che scegliere storytelling come tema per la Giornata Europea della Cultura Ebraica assume un significato particolare e lo è ancora di più a Casale Monferrato, dove, come ha ricordato Elio Carmi, introducendo la manifestazione, “si è sempre raccontato il passato attraverso il mondo contemporaneo”.
Partendo da questo pensiero il programma dell’ultimo fine settimana in vicolo Salomone Olper è stato particolarmente intenso: si è cominciato proprio raccontando la storia della stessa comunità locale, un utile ripasso anche per tanti Casalesi che nella sera di sabato 13 ottobre si sono ritrovati in sinagoga per ascoltare Carmi, vicepresidente della Comunità narrare “C’era una volta, storia degli ebrei del Monferrato”. Un bel viaggio di oltre 500 anni, ricco di curiosità e aneddoti.
Alle 11 nel Cortile delle Api si è presentato Joseph Sassoon, al centro del dibattito dal titolo “Storyrelling, ebraismo, intelligenza artificiale”.
Sassoon è un esperto di brand e storytelling, ricercatore, autore e conference speaker di livello. Interrogato da Daria Carmi ha aperto scenari futuristici sul futuro della narrazione. Non tutti troppi rassicuranti.
“Dio ha creato l’uomo perchè ama le storie – esordice Sassoon citando Elie Wiesel – la narrazione è quindi un tratto distintivo della specie umana. Quest’epoca però potrebbe volgere al termine. Le storie si sviluppano attraverso una serie di regole e non è difficile insegnarle a un computer. Già oggi i grandi editori fanno uso dell’Intelligenza Artificiale per scrivere articoli in modo automatico su dati di borsa o le notizie sportive con brevi commenti, ma siccome le intelligenze artificiali si stanno sviluppando esponenzialmente è probabile che avremo presto narrazioni più articolate. Sassoon e Daria Carmi indagano anche le implicazioni: nell’ebraismo usare male la parola è un peccato gravissimo. E’ il caso di avere paura? “Non necessariamente, infondo le abbiamo già in tasca nel nostro telefono, in auto: ci aiutano sempre di più nella vita quotidiana. Dobbiamo ricordarci però che le macchine però non hanno esperienza del mondo, perchè i Computer sanno solo quello che gli hanno comunicato i loro programmatori”.
Di certo il proseguo della giornata ha previsto solo intelligenze umane. Alle 16.30 in sinagoga è andato in scena “Lo storytelling in musica”. A darci qualche esempio di come la passione ebraica per le storie si sia spesso riversata nel mondo delle note è stato Coro Ghescer diretto da Erika Patrucco. Una realtà unica nel panorama musicale, protagonista di tanti concerti ispirati al tema del dialogo tra culture differenti. “La musica è memoria – spiega il compositore Giulio Castagnoli – lo dimostra il fatto che basta un brano per ricordarci un momento particolare o un’emozione”.
Anche il sindaco di Casale Titti Palazzetti riprende l’argomento della giornata “Spero che i giovani imparino ad usare la narrazione in modo corretto e che imparino a narrare la Storia. In questi giorni qualcuno ha proposto di eliminarla tra le materie di studio, sarebbe la perdita della nostra identità”.
Il programma ha visto arie di Salomone Rossi, compositore che i casalesi conoscono bene per essere stato molto attivo alla corte dei Gonzaga, Michele Bolaffi, altro autore ebreo piemontese attivo all’inizio dell’800, Sergio Liberovich, che nel 900 è stato partigiano nel Monferrato e nel dopoguerra ha musicato diverse poesie di Calvino. Ma è stato anche un potpourri di musiche gioiose da tutto il mondo e in tante ligue diverse secondo lo spirito che caratterizza l’ensemble
Il concerto ha visto la partecipazione di un giovane virtuoso: Giacomo Indemini alla viola che ha introdotto i ragazzi con due brani di Bach. È stato un omaggio ad un amico della Comunità scomparso esattamente un mese fa: Mario Patrucco, violista, critico musicale e presenza fissa a tutti i concerti della sinagoga. Castagnoli ha ricordato un’amicizia iniziata proprio in occasione di un concerto per i 400 anni della Sinagoga, insieme al violoncellista Renzo Brancaleon, anche lui mancato negli stessi giorni.
Alberto Angelino
(17 ottobre 2018)