1938, i bambini riflettono

impI bambini delle periferie di Roma a confronto con le Leggi antiebraiche promulgate dal fascismo e con gli effetti che produssero allora sui loro coetanei. Un tema elaborato attraverso disegni e testi, cui si affiancano documenti e immagini dell’epoca come pagelle, quaderni, giornali. 


È la sfida della mostra “Prendi la tua cartella e vattene da scuola”, inaugurata ieri sera al Museo di Roma in Trastevere e promossa dalla Comunità di Sant’Egidio in collaborazione con l’Assessorato alla crescita culturale di Roma Capitale e la Comunità ebraica di Roma.
“Ai bambini è stato chiesto di riflettere sull’esclusione degli scolari ebrei nel 1938. E si sono posti tanti perché, gli stessi dei bambini ebrei di allora. Mai l’educazione sia a servizio della politica e della propaganda” ha sottolineato il presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo (nell’immagine). “È un’iniziativa bellissima – ha detto Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica – perché mette al centro il punto di vista dei bambini con i loro messaggi colorati. Messaggi di cui dobbiamo tenere conto per non disattendere le loro speranze”.
La ferita del ’38 continua ad essere al centro di molte iniziative. Come il primo convegno nazionale della Società Italiana di Antropologia Culturale dal titolo “Razza, razzismi, discriminazioni razziali. Il contributo dell’Antropologia Culturale alla riflessione contemporanea”, organizzato in collaborazione con l’Università Roma Tre e in svolgimento in queste ore. Ad aprire i lavori un intervento del Testimone della Shoah Piero Terracina.

(9 novembre 2018)