lavorare…

La parashà inizia descrivendoci il sogno di Giacobbe, che vede degli angeli divini, che salgono e scendono da una scala che unisce il Cielo alla terra e termina con l’incontro di altri angeli.
Secondo l’opinione di Rashì, gli angeli che vede nel sogno della scala, sono quelli che lo accompagneranno da suo zio Labano e per tutto il tempo che resterà lì; mentre quelli incontrati al ritorno, sono quelli che lo riporteranno in Eretz Israel.
Ci sono diverse opinioni sugli angeli e le loro molteplici funzioni.
Alcuni commentatori sostengono che sono dei messaggeri divini:
Malakh – Shaliach; mentre altri sostengo che l’origine della parola Malakh provenga dal termine melakhà – opera creativa, poiché essi operano nel mettere in pratica la volontà di D-o.
Tutto il tempo in cui Giacobbe lavora da Labano, svolge la sua opera seriamente e onestamente, proprio come l’operato degli angeli.
Tutto il suo operato è svolto, come se lavorasse per D-o, anche se presso un malvagio come Labano.
Il messaggio di Giacobbe – Israel alle generazioni successive è quello di operare e lavorare, anche se per conto di qualcun altro, con lo stesso entusiasmo di come ci comporteremmo nel fare qualcosa chiestaci da D-o. Facendo così ci renderemmo degni di svolgere la nostra opera, anche se materiale, come la cosa più sacra della nostra vita.

Alberto Sermoneta, rabbino capo di Bologna