Torino – L’Italia e le origini dell’infamia

IMG_6309A 80 anni dalla promulgazione delle leggi razziali, l’Università e Comunità ebraica di Torino hanno organizzato una due giorni di convegno all’Accademia delle Scienze del capoluogo piemontese, dall’alto profilo storico e giuridico, per tentare di definire il contesto politico, sociale, culturale in cui nacque l’infame provvedimento. Tanti i protagonisti di questo momento di studio e approfondimento – che ha ricevuto il patrocinio della Corte Costituzionale – tra cui lo storico Michele Sarfatti, che ha parlato delle “Leggi razziali e la loro applicazione”, Annalisa Capristo, Centro del Centro Studi Americani, intervenuta su “Le reazioni degli ambienti accademici italiani”, Fabio Levi, Direttore Centro Internazionale di Studi Primo Levi il cui intervento verteva su “Le risposte della società italiana (1938-1945)”; delle “Prospettive di ricerca sul coinvolgimento delle istituzioni e di enti esponenziali della società civile” ha invece parlato il giurista, Guido Neppi Modona, giudice della Corte costituzionale italiana dal 1996 al 2005. “Si registra in questi mesi e soprattutto in queste settimane di novembre proprio quando ottant’anni fa le leggi razziali raggiunsero il loro principale obiettivo – escludere gli ebrei da ogni partecipazione attiva nella vita e mele attività lavorative intellettuali e produttive del Paese – un pullulare di convegni, seminari, riflessioni e giornate di studio di grande livello e per la prima volta dopo decenni di silenzi o di indifferenza al tema, o semplicemente di stanchezza, ora le grandi istituzioni culturali, giudiziarie e sociali del Paese sono coinvolte in prima persona, e non solo su invito delle Comunità Ebraiche, a ricordare che cosa furono le leggi razziali e quali conseguenze indelebili lasciarono in tutti i settori della società civile e politica Italiane”, la riflessione del vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiano Giulio Disegni. “Il Convegno all’Accademia delle scienze di questi due giorni rientra ad altissimo livello in questa riflessione istituzionale che segna una svolta nel Paese rispetto ai decenni trascorsi. Un Paese pur coinvolto dal 2001 nel ricordo terribile della Shoah grazie alla legge 20 luglio 2000 n211 che ha istituito il Giorno della Memoria’ in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti”. Il vicepresidente UCEI ricorda come il Giorno della Memoria sia un momento fondamentale per ricordale la Shoah ma a cui devono essere affiancati incontri in cui “far capire quali e quanto rilevanti furono le premesse che portarono a quella pagina, la più vergognosa che la Storia ricordi; oggi in questo ottantesimo anniversario dalle Leggi razziali ci si è resi conto nei più diversi ambiti che quelle premesse del 1938 hanno avuto un peso determinante per il successivo difficile momento del 1943”.