Memoria, filmare la tragedia
“Cinema e Shoah” è il tema di quest’anno del corso di Storia del Cinema ebraico, tenuto da Ariela Piattelli, e parte del programma del Diploma universitario triennale in Studi ebraici. Sono in progetto in questo contesto incontri con numerosi registi che hanno realizzato film sull’argomento e che – ogni mercoledì pomeriggio – saranno intervistati dalla docente. Il primo incontro ha visto come ospite Ruggero Gabbai, regista e fotografo. Nelle parole di Gabbai, il racconto del suo profondo impegno sociale nel documentare la tragedia che ha sconvolto l’umanità nel secolo scorso, la Shoah. Salvaguardare i ricordi in modo puntuale e non mitologico, ora che i sopravvissuti a quella tragica esperienza stanno scomparendo, è il compito che Gabbai si è prefissato. Tutti i suoi lavori hanno una componente corale e mai individuale. Il “personaggio” scelto per introdurre lo spettatore nel vissuto storico dello stesso personaggio, viene ampiamente supportato dal confronto con gli altri che hanno sofferto a loro volta le tragiche esperienze della volontà annientatrice nazista e fascista. Gabbai conta al suo attivo numerosi documentari, tra questi nel 1997 ha presentato al Festival di Berlino “Memoria”, film che ha avuto circa sette milioni di telespettatori alla televisione italiana nello stesso anno. Questa sua profonda attenzione al sociale lo ha portato a creare una rilettura della deportazione degli ebrei romani ai campi di annientamento nel film “La razzia, Roma 16-ottobre 1943”, realizzato questo stesso anno. In questo documentario la testimonianza non è solo mera storia, che privata dalle anime che l’hanno sofferta finisce per essere avvenimento sbiadito di un’epoca ormai lontana ma al contrario le voci della sofferenza impressa nelle persone “carne e sangue”, diventano monito e concretezza perché questa barbarie indifferente e banale – per citare Hanna Arendt – non debba ripetersi. Uomo poliedrico non manca di essere un politico nel senso più alto del termine, come l’ebraismo vuole: “se non sono per gli altri, che cosa sono?”; Gabbai è tutto questo e la sua produzione è dare vita e voce a chi ha temuto di dire la verità e non ha avuto comprensione e sostegno.
Filippo Zizzo