“Israele e mondo ebraico
alla larga da populisti”
Per Israele e per il mondo ebraico è bene tenersi lontani da partiti nazionalisti, populisti e xenofobi. Non incoraggiare relazioni controverse, non contribuire a un loro sdoganamento in cambio di roboanti difese dello Stato ebraico e attestazioni inaccettabili di amicizia. A sottolinearlo è il presidente della Conferenza dei rabbini europei rav Pinhas Goldschmidt.
“Perché queste forze politiche cercano un contatto con noi? Ci sono più di 40 milioni di musulmani e soltanto 1,6 milioni di ebrei in Europa. Hanno bisogno dei nostri voti? No, non credo proprio. Hanno invece bisogno – la riflessione del rav, intervenuto alla Knesset – che noi gli rilasciamo un attestato di purezza”. Un attestato che, prosegue il rav, avrebbe come conseguenza dichiarazioni di questo tenore: “Se gli ebrei ci sostengono, come possiamo essere antisemiti? Come possiamo essere razzisti?”. Nient’altro che una scusa, ha proseguito, dietro cui nascondersi per portare avanti iniziative di stampo anti-islamico contrarie all’etica e alla sensibilità ebraica. “Siamo stati le più grandi vittime del razzismo nel secolo scorso. Come potremmo oggi andarci a braccetto? È una posizione moralmente accettabile”? si è chiesto il rav. Parole che arrivano in un clima di crescente preoccupazione per il consolidarsi di iniziative come quella del nucleo ebraico costituitosi in Germania a sostegno del gruppo politico di estrema destra Alternative fur Deutschland. Un caso che mediaticamente ha fatto e continua a far discutere. “Se un partito è intrinsecamente razzista, insofferente verso larga parte della società e intollerante nei confronti delle minoranze, una cosa è sicura: se gli ebrei non sono presi di mira oggi – ha concluso il rav – lo saranno comunque in futuro”.
(27 novembre 2018)