Società – Minacce ad Asia Bibi. E ancora silenzio

E che fanno i governi europei, quelli che esibiscono i buoni sentimenti dell’accoglienza, dell’attenzione ai diritti umani? Tacciono, e se si prova a chiedere loro se hanno intenzione di dare una mano alla donna perseguitata di nome Asia Bibi, evitano di rispondere, la retorica dell’accoglienza si affloscia, l’ostentazione dei luminosi valori europei si disintegra nell’ipocrisia. E il governo italiano? Tace, assente, accondiscendente, prigioniero di un cinismo che sembra essere la cifra morale specifica di una coalizione che scambia il valore della sovranità con l’indifferenza assoluta per tutto ciò che accade al di fuori dei confini nazionali. E le forze politiche che sbandierano il rispetto della dignità di ogni donna e di ogni uomo? Tacciono, non sanno come usare Asia Bibi per le loro convenienze. E le organizzazioni internazionali come Amnesty International? Mute, prive di ogni residua credibilità: in passato sembravano sincere nella difesa dei diritti fondamentali, ma adesso sono diventati enti inutili, peccato. I diritti fondamentali di Asia Bibi, la donna cristiana mostruosamente accusata in Pakistan di «blasfemia» solo per essersi dissetata alla stessa fonte dove avevano bevuto donne musulmane, e assolta da un giudice coraggioso (che adesso vive blindato), non sono riconosciuti. Non si sa dove sia Asia Bibi, se sia uscita di prigione o rintanata per non esporsi alle minacce dei fanatici islamisti che in questi giorni stanno dando la caccia ai cristiani del Pakistan come rappresaglia per l’assoluzione. L’avvocato difensore è già fuggito all’estero. Le istituzioni pakistane sono ostaggio dei fondamentalisti che minacciano di mettere a ferro e fuoco il Pakistan se Asia Bibi non verrà impiccata. E nel silenzio internazionale si sta consumando il dramma di una donna minacciata di morte violenta assieme a tutta la sua famiglia e che gli Stati europei, compreso (che vergogna) quello italiano, tengono lontana. In questi giorni si sta decidendo il destino di Asia Bibi, delle minoranze religiose, dei diritti umani fondamentali. Bisogna insistere, costringere i governi a esprimersi, investire gli organismi internazionali per chiedere come si sta trattando una donna cristiana perseguitata perché cristiana. E a salvare la vita di Asia Bibi per non sprofondare nella vergogna.

Pierluigi Battista, Corriere della Sera, 26 novembre 2018