Angelo Fortunato Formiggini
L’omaggio di Modena

“Il veleno del razzismo continua a insinuarsi nelle fratture della società e in quelle tra i popoli. Per questo bisogna ricordare ciò che è stato e continuare a tramandare la memoria”.
Lo ha detto il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, citando il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al consiglio comunale del 29 novembre, a 80 anni esatti dal gesto estremo di Angelo Fortunato Formiggini, che si tolse la vita nel 1938 gettandosi dalla torre della Ghirlandina.
Il solenne momento di riflessione pubblica è avvenuto in una giornata di eventi dedicati all’editore modenese, tra i quali l’inaugurazione di largo Formiggini, proprio nel luogo dove cadde. Il tutto all’interno di una serie di iniziative con le quali la città di Modena omaggia il suo concittadino divenuto il simbolo, in questo territorio, delle pesanti ripercussioni che ebbero le leggi antiebraiche del ’38. Formiggini infatti, già duramente provato da anni di rapporti conflittuali con il fascismo dopo alcuni anni in cui vi aveva aderito con una certa convinzione, subì a causa delle leggi antiebraiche un tracollo finanziario, oltre ad avvertire un profondo senso di tradimento, che lo accomunò e avvicinò d’un tratto – lui piuttosto laico e lontano dall’osservanza – ai suoi correligionari e al tragico destino che attendeva gli ebrei italiani.
Dalle carte dell’archivio Formiggini, conservate presso la Biblioteca Estense di Modena, emerge il graduale raffreddamento dei rapporti con il regime ben prima delle leggi del ‘38, alimentato in particolare da una polemica con Giovanni Gentile. Raffreddamento che sfocia nell’aperto contrasto con le alte sfere del regime (stupisce il tono sprezzante con cui Formiggini si rivolge, in alcune missive, a stretti collaboratori di Mussolini), e che culmina poi, con il tradimento delle leggi antiebraiche, nel profondo scoramento per la viltà di Mussolini e del suo governo. “Il razzismo sarà la sua Caporetto”, scriverà con preveggenza.
Schermata 2018-11-30 alle 13.44.36“Lui amava la libertà ed in nome di quella libertà calpestata e perduta, per colpa del ‘tiranno che ha spento la sua parola’, privandolo insieme ad altri ‘50.000 cittadini innocui’ dei diritti fondamentali, decide di tacere per sempre”, spiega Franca Formiggini Anav, nipote di un cugino di Formiggini e membro di Giunta dell’UCEI, citando alcuni scritti del suo prozio. “Viene spontaneo dire grazie, ma il ringraziamento non deve venire solo da parte della famiglia, in realtà è la collettività tutta che deve ringraziare.”
Alla cerimonia hanno partecipato anche la presidente della Comunità ebraica di Modena e Reggio Emilia Tiziana Ferrari (nell’immagine al centro, assieme a Franca Formiggini Anav e al sindaco Muzzarelli) e Claudio Formiggini, figlio di un cugino dell’editore modenese.
Inaugurata anche una interessante mostra, realizzata sotto la direzione del professor Mario Calice da studenti della scuola Ferraris nella Sala dei Passi perduti del comune. I loro compagni dell’Ensemble Musicantiere hanno suonato brani dalla tradizione ebraica e klezmer, mentre quelli del “Cantiere di lettura” con l’attore Simone Maretti hanno letto scritti di Formiggini.
Le iniziative, a cura del Comitato per la storia e le memorie del Novecento del comune di Modena, raccolte sotto il titolo “Una storia sbagliata. 80 anni dalla promulgazione delle Leggi Razziali fasciste e dal drammatico no di Angelo Fortunato Formiggini”, proseguiranno nei prossimi giorni e anche a inizio 2019.
Il programma completo è sul sito internet (www.comune.modena.it/formiggini).

mdp