Pollak, un protagonista riscoperto
Due musei nel cuore di Roma, due allestimenti in dialogo per far rivivere impegni e ideali di un protagonista della cultura europea tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. La mostra “Ludwig Pollak. Archeologo e mercante d’arte (Praga 1868 – Auschwitz 1943)” apre in queste ore al pubblico romano svelando frammenti di vita inediti di un personaggio unico, autore di scoperte archeologiche che hanno fatto parlare il mondo intero, indelebilmente legato all’Italia, ma vittima della ferocia del suo regime nel momento drammatico delle persecuzioni.
Un omaggio congiunto, frutto della sinergia tra Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco e Museo Ebraico capitolino, che ospitano insieme oltre cento opere tra dipinti, sculture antiche, vasi greci, acquerelli, libri rari, fotografie d’epoca e documenti d’archivio.
Curata dalla responsabile del Museo Barracco Orietta Rossini e dalla direttrice del Museo ebraico Olga Melasecchi, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e Comunità ebraica romana, la mostra è stata pensata e organizzata in occasione di un duplice anniversario: i 150 anni dalla nascita e gli 80 anni delle Leggi razziste. Per Pollak, catturato insieme alla moglie e ai figli in occasione della retata del 16 ottobre 1943, la premessa alla deportazione e al viaggio senza ritorno ad Auschwitz-Birkenau.
Figura di spicco del suo tempo, Pollak ebbe un legame particolare con Sigmund Freud e con lo stesso Barracco. Una relazione particolarmente enfatizzata nella mostra, che ha aperto i battenti ieri sera ed è stata presentata alla stampa nel corso di un evento cui sono tra gli altri intervenuti, oltre alle curatrici, il vicesindaco Luca Bergamo, la presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello, il rabbino capo rav Riccardo Di Segni, il sovrintendente Claudio Parisi Presicce.
A sancire il legame di Pollak con le proprie origini ebraiche l’accensione, in serata, negli spazi del Museo Barracco, della Chanukkiah. Tre luci di identità e Memoria.
(5 dicembre 2018)