Narrativa – L’uomo con tante qualità
Isaac Bashevis Singer / NEMICI / Adelphi
Ah che piacere, e in un certo senso che liberazione – in tempi di narrative non fiction, di biografie che vogliono essere romanzi ma non abbastanza, memoir narrativi e narrazioni ibride -, che gioia leggere un vero romanzo, senza se e senza ma, un vecchio classico eccellente romanzo, per giunta senza commissari che indagano, atmosfere horror o padri che stuprano e figli che si drogano: uno di quei bei romanzi d’antan, ben scritti, colti, indifferenti alle mode e ai generi, con molte cose da dire sul mondo ma senza gridarle a ogni giro di pagina, nessun desiderio di scandalo, e magari proprio per questo perturbanti, difficili da dimenticare – perché i buoni romanzi parlano sempre e soprattutto di noi, cioè delle nostre miserie, prendendoci a pesci in faccia ma senza scuse né fronzoli né compiacimenti. Sto parlando di “Nemici”, sottotitolo “Una storia d’amore” (Adelphi, traduzione di Marina Morpurgo, pp. 257, €18) dello scrittore premio Nobel nel 1978 Isaac Bashevis Singer (1904 – 1991). La storia uscì a puntate su un giornale, negli Usa, nel 1966. Era scritta in yiddish e nel ’72 fu tradotta in inglese e in italiano. Nell’89, Paul Mazursky ne trasse un film con Anjelica Huston. Poi il libro finì nel dimenticatoio. Ora vive una nuova giovinezza al punto che il volume è entrato nelle classifiche dei best-seller. La storia è quella di Herman, ebreo polacco scampato ai nazisti grazie a una connazionale contadina, Jadwiga, che ha sposato, lasciando con lei l’Europa per la New York dell’immediato dopoguerra. Nella Grande Mela, Herman, uomo senza qualità pur possedendone più d’una, conosce e si innamora di Masha, altra figura di scampata ai lager, nevrotica ed esigente, sensuale e minacciosa. In patria, prima dell’orrore, Herman era sposato con Tamara, da cui aveva due figli, ma tutti e tre sono stati uccisi. Invece no. Tamara ritorna dal passato, per complicare la vita già complicata del protagonista. Romanzo sull’amore come conflitto e interminabile menzogna, è una delle migliori letture di quest’anno.
Mario Fortunato, L’Espresso, 9 dicembre 2018