Milano, la lezione dei Maestri
ricordando rav Laras

limmud larasUna giornata di studio per ricordare, a un anno dalla sua scomparsa, il rabbino Giuseppe Laras. A organizzarla, il rabbinato centrale di Milano con la partecipazioni di rabbini da tutta Italia che, tra ricordi personali e lezioni di Torah, hanno voluto rendere omaggio a una grande figura del Novecento ebraico italiano. Ad aprire la giornata – coordinata dall’allievo di Laras, Vittorio Bendaud -, la lezione di rav Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano e presidente dell’Assemblea rabbinica italiana. Descrivendo il valore strumentale delle mitzvot attraverso il Mishneh Torah di Maimonide e lo Shulchan Arukh, rav Arbib ha ricordato come il rispetto dei precetti non rappresenta solo il rispetto verso Dio e verso gli altri ma anche verso se stessi. “Se io maledico qualcuno che non è presente davanti a me non sto tanto danneggiando questa persona ma me stesso: sto facendo qualcosa di spregevole verso di me. Le mitzvot servono ad aggiustare se stessi, a migliorarsi”. A proposito di mitzvot, rav Elia Richetti, già presidente dell’Assemblea rabbinica italiana e a lungo amico di rav Laras, ha parlato del concetto più ampio di Tikkun Olam, della riparazione del mondo in particolare rispetto al combattere l’idolatria. Nella riflessione di Richetti, anche un ricordo dell’impegno di Laras rispetto al dialogo: “ vedeva una missione quello di far conoscere la reale essenza dell’ebraismo. La sua era un’apertura verso l’altro, condotta con rispetto assoluto dell’interlocutore, ma era anche una forte affermazione del nostro essere, della nostra identità ebraica”. La storica insegnante della Scuola ebraica di Milano Sara Ascoli ha parlato “della grande umanità di Laras, un elemento forse meno noto ai più” mentre un altro dei suoi allievi David Sciunnach, presidente del Tribunale Rabbinico del Centro Nord Italia (ruolo ereditato proprio da Laras) ha ricordato la sua amicizia con Gershom Sholem, legata a degli scambi epistolari sulla Kabbalah, la mistica ebraica. Del ruolo di rav Laras nella formazione dei rabbanim in Italia ha parlato rav Giuseppe Momigliano, rabbino capo di Genova, partendo da alcuni ricordi personali risalenti agli anni di studio alla Scuola Rabbinica Margulies – Disegni di Torino, quando ebbe il rav come esaminatore, in rappresentanza della Consulta Rabbinica, per tutto il percorso di studi, fino al conseguimento del titolo rabbinico. Al di là di questa delega istituzionale, Rav Laras ebbe un ruolo di primo piano nella formazione dei rabbanim in Italia, avendo fondato e diretto per molti anni il Beth Hamidrash di Milano ed essendo stato anche, negli anni ’90, direttore del Collegio Rabbinico Italiano di Roma, che sotto la sua guida condusse al diploma e alla laurea rabbinica alcuni studenti, oggi attivi come rabbini di Comunità o operativi nelle principali istituzioni ebraiche. Proprio sotto la direzione e di Rav Laras, per sua diretta iniziativa, il Collegio Rabbinico stabili un rapporto di collaborazione, di fondamentale importanza, con l’Istituto di alta formazione rabbinica Eretz Chemda’ di Yerushalaim, che da allora ha iniziato ad inviare docenti al Collegio, contribuendo in modo determinante ad imprimere una nuovo sostanziale sviluppo a questa istituzione preposta alla formazione dei rabbanim in Italia. Stimolata dall’iniziativa di Rav Laras, anche per il suo ruolo di presidente dell’Assemblea Rabbinica, la collaborazione con l’Istituto Eretz Chemda’ si è poi estesa dal Collegio Rabbinico a buona parte del rabbinato italiano ed ha avuto diversi riscontri e importanti ricadute sul quadro generale delle nostre comunità. Varie kehilot hanno potuto usufruire dell’attività dei docenti e dayanim di Eretz Chemda e diversi rabbini hanno svolto corsi di aggiornamento e approfondimento in quell’Istituto; questa collaborazione si è poi esplicata nella consultazione, da parte dei rabbini italiani, delle autorità rabbiniche di Eretz Chemda, in una intensa frequenza di “sheelot utshuvot”, quesiti e relativi responsa, su tutti i principali problemi e argomenti in discussione nelle nostre comunità da oltre vent’anni a questa parte. Consultando i diversi volumi di quesiti e risposte, pubblicati da Eretz Chemda’ con il titolo di “Sheelot utshuvot bemar’è habazak – Responsa via fax”(seguivano infatti il mezzo di comunicazione più rapido e immediato In quegli anni) è possibile riscontrare il clima in evoluzione e gli accesi dibattiti che hanno caratterizzato le comunità ebraiche in Italia negli ultimi decenni. “I quesiti posti dai rabbanim italiani – ha spiegato rav Momigliano – ci parlano dei ben noti problemi di ghiyurim, riguardanti bambini e adulti, ci parlano di cashrut, ci parlano anche dei minhaghim, ovvero di antiche consuetudini, invalse in alcune comunità, di cui si sono perse le origini e della cui conformità alla norma di halakha i rabbini desiderano avere conferma; ci sono quindi in questi responsa, problemi nuovi, indici del travaglio che vivono le nostre comunità, ma anche, in altri casi, il riflesso di un riavvicinamento ad una più sentita e scrupolosa osservanza delle Mizvot, quasi impensabile fino a qualche anno fa, è il caso, ad esempio, di quesiti relativi al problema di come mantenere il rispetto dello Shabbat gestendo attività commerciali in società con persone non ebree”.
Rav Momigliano ha quindi sottolineato che il lavoro di Rav Laras nella formazione dei rabbanim in Italia è stato ampio e profondo, ben oltre la competenza istituzionale sulle Scuole Rabbiniche, per esercitare un ruolo di stimolo e riferimento nei confronti dei rabbanim anche nello svolgimento della loro attività, sollecitandoli allo studio e al continuo approfondimento e creando per questo importanti opportunità ; ha quindi concluso ribadendo, anche per specifici motivi personali, il forte legame di ricordo e riconoscenza per rav Laras, z.l. Nel pomeriggio, protagonisti sono stati rav Roberto Della Rocca, direttore dell’Area Cultura e Formazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, e rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma. Il primo ha tenuto una lezione sul Mashìach ben Yosèf e Mashìach ben Davìd nel pensiero di rav Kook mentre rav Di Segni si è concentrato sul tema della matrilinearità nell’ebraismo. A portare inoltre i saluti a nome dell’ebraismo italiano, la presidente UCEI Noemi Di Segni.