Trump: “Lasciamo la Siria,
abbiamo sconfitto l’Isis”

rassegna“Abbiamo sconfitto l’Isis in Siria, la mia unica ragione per restare il durante la presidenza Trump”. Così il presidente Usa Donald Trump, attraverso un tweet, ha annunciato il ritiro del contingente americano – duemila soldati – dalla Siria. Una decisione che non trova d’accordo i vertici militari americani: “i generali del Pentagono ritengono che la minaccia militare della Russia sia in crescita e che debba essere arginata in modo energico su tutti i quadranti mondiali, dalla Siria all’Ucraina”, riporta il Corriere. Con il ritiro, scrive il New York Times, Washington cede “un paese strategicamente vitale alla Russia e all’Iran” e ricorda uno degli avvertimenti del Pentagono a Trump: il ritiro rappresenta un tradimento degli alleati curdi che hanno combattuto a fianco delle truppe americane in Siria, e che ora potrebbero essere vulnerabili a un attacco della Turchia (ne scrive anche il Foglio parlando di Curdi abbandonati a Erdogan). “Per la Casa Bianca, – l’analisi del Corriere – evidentemente, le priorità sono altre, e non sempre chiaramente decifrabili. Una sembra essere la stabilizzazione del Medio Oriente da affidare all’alleanza atipica tra Arabia Saudita e Israele, saltando il caos siriano”.

Forconi e gilet gialli. “Le rivendicazioni e la collera dei francesi di oggi ricordano quelle dei cosiddetti Forconi, che nel 2013 organizzarono confuse proteste in tutta Italia. I gilet gialli, però, sono più visibili, più radicali, più violenti e più complottisti. Anche questa volta abbiamo anticipato una tendenza”, riflette Stefano Montefiori sul Corriere 7, tracciando le somiglianze tra i due movimenti di protesta, accomunati anche dalle espressioni antisemite. “Uno dei portavoce dei Forconi, Andrea Zunino, parlava di un’Italia ‘schiava dei banchieri, come i Rothschild: curioso che 5 o 6 tra i più ricchi al mondo siano ebrei’, rivelando un ignobile antisemitismo primario non molto dissimile da quello dello sconosciuto gilet giallo che ha scritto su un cavalcavia ‘Macron prostituta degli ebrei’, o da quello del pluricondannato antisemita negazionista dell’Olocausto Hervé Ryssen, finito in gilet giallo sulla prima pagina di un distratto ‘Paris Matc’”.

Il Totocalcio e l’Italia. Il padre Massimo “sarebbe rimasto addolorato” nel sapere che il parlamento vuole porre fine al gioco del Totocalcio. “Ebbe questa illuminazione idealistica 75 anni fa. Voleva rimettere in piedi lo sport italiano e produrre uno strumento di pubblica utilità per portare gioia agli italiani colpiti dalla guerra. Aveva creato un fatto di costume straordinario, al di là del fenomeno sportivo. Sarebbe sconcertato, la schedina era come una figlia”, racconta il demografo Sergio Della Pergola, intervistato dalla Gazzetta dello Sport in merito alla decisione italiana di chiudere il Totocalcio, ideato dal padre nell’immediato dopoguerra. Radiato dall’ordine dei giornalisti a seguito delle Leggi razziste, Massimo Della Pergola si rifugiò in Svizzera. “Quando lo espulsero – racconta oggi il figlio Sergio – sul suo giornale scrissero: ora senza ebrei si respira un’aria più pura. Ma lui soffriva a vedere l’Italia distrutta. Penso a come rimetterla in piedi, almeno nello sport. Aveva persino immaginato di creare coi proventi del suo gioco una banca dello sport che potesse dare assistenza anche agli atleti bisognosi e fosse di supporto all’intero sistema”.

Soros uomo dell’anno. La prestigiosa rivista economica Financial Times ha scelto George Soros come persona dell’anno per “i valori che rappresenta”. Il magnate 88enne, fra i maggiori filantropi del mondo, è “il portabandiera della democrazia liberale e di una società aperta. Idee oggi sotto assedio da tutte le parti, dalla Russia di Vladimir Putin all’America di Donald Trump”. “Ebreo ungherese diventato cittadino americano, – ricorda La Stampa – ‘negli ultimi trent’anni Soros ha usato la filantropia per combattere l’autoritarismo, il razzismo e l’intolleranza’, attirandosi ‘l’ira dei regimi autoritari’ e dei ‘nazionalpopulisti’”.

Gli insulti di Corbyn. Il leader laburista Jeremy Corbyn è accusato di avere mormorato “stupid woman” all’indirizzo della Premier Theresa May a conclusione del dibattito di ieri alla camera dei Comuni sulla Brexit. Un portavoce smentisce: avrebbe detto “stupid people”. Dal video che lo inquadra, non è chiaro il labiale ma, scrive Repubblica, “una cosa è certa: di stupidaggini, il leader laburista, ne ha commesse anche altre nell’arco della sua pluritrentennale carriera di primula rossa della sinistra britannica. […] Come la sua presenza a una cerimonia per commemorare terroristi palestinesi o il suo apprezzamento per un murale antisemita, con il senno di poi precisati da una serie di distinguo che non hanno tuttavia del tutto rimosso l’impressione di un grave pregiudizio ideologico”. Delle preoccupazioni del mondo ebraico britannico rispetto a Corbyn – ma non solo – parla oggi il Foglio.

Chi era Margherita Sarfatti. Sul Corriere 7, un lungo ritratto di Margherita Sarfatti firmato dalla giornalista Micol Sarfatti, lontana parente dell’intellettuale “rimossa e dimenticata per essere stata l’amante di Benito Mussolini, oggi di nuovo protagonista”.

Segnalibro. La Stampa recensisce il libro La stella e la mezzaluna. Breve storia degli ebrei nei domini dell’Islam (Guerini) di Vittorio Robiati Bendaud.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked