“Oz è l’Europa che fece Israele”

“Con Oz hanno iniziato ad aver voce l’intimo e il privato. Si è un po’ rotto uno schema, quello della voce del collettivo molto in auge in quel periodo. Erano gli Anni Quaranta e Cinquanta, anni del vibrante realsocialismo israeliano. La tradizione del ‘tutti noi’, del kibbutz, del palmach. Oz, il cui linguaggio è influenzato da alcuni padri spirituali come Agnon e Brenner, ci mostra un diverso modo di pensare. Non solo l’israeliano nuovo, il sabra. Ma anche l’uomo che è arrivato dall’Europa, che a quella storia guarda e con quella storia, con quelle radici, fa i conti”.
Sarah Kaminski, docente di ebraico moderno all’Università di Torino e traduttrice, ha un legame forte con i libri di Oz. E non solo perché, insieme a Elena Loewenthal, ne ha tradotto uno – Fima, del 1991. Dai romanzi ai saggi, il segno è profondo. “Perdiamo un protagonista assoluto della società israeliana. Nei suoi scritti ritroviamo e ricomponiamo infatti più di un pezzo della storia del paese. Un’eredità – afferma – che resta”.
Israele, l’Europa, la storia familiare. Per Kaminski Una storia di amore e di tenebra è “un libro strepitoso in cui finalmente si libera degli spiriti del passato, riconciliandosi con alcuni spazi della sua anima: la morte, i sensi di colpa, la tragedia”. E anche Israele, un paese fatto di più strati. “Esattamente come la sua lingua”.
“È uno degli scrittori che mi hanno insegnato l’ebraico. È stato uno dei miei maestri preferiti”. Sui libri di Oz, Anna Linda Callow racconta di essersi formata in anni di studio. Oggi docente di Lingua e Letteratura Ebraica all’Università di Milano e traduttrice dall’ebraico e dall’yiddish, spiega di aver amato in particolar modo Conoscere una donna. “Un romanzo non tanto conosciuto ma molto bello. Dal punto di vista letterario, più bello di Una storia di amore e di tenebra, che considero un libro più importante che bello: ha una struttura un po’ discontinua, e in alcune parti è po’ difficile da seguire ma dal punto di vista del messaggio dice cose significative dal punto di vista politico e storico su Israele. È un’opera imperfetta ma sincera e credo che questo abbia contribuito al suo successo”. Sincerità e sobrietà sono gli elementi, spiega Callow, che più l’hanno avvicinata all’opera di Oz. “È il più sobrio dei tre grandi della letteratura israeliana. Puntava dritto all’obiettivo, senza l’intellettualismo di Grossman e senza le ricercatezze letterarie di Yehoshua. I suoi libri sono coraggiosamente di una franchezza estrema e credo che anche a questo si debba il suo successo”.

(30 dicembre 2018)