Controvento – Il ruolo dei libri

vkasamCultura e Onestà. Due valori che sembrano obsoleti, in un mondo in cui imperversano le fake news, le menzogne in 160 caratteri, le teorie complottistiche più strampalate… In cui i saggi e gli esperti sono umiliati, la scienza ridicolizzata, la furbizia scambiata per intelligenza e l’onestà è diventata una vuota parola di propaganda elettorale quotidianamente smentita dai fatti, senza che nessuno sembri preoccuparsene –se non qualche inascoltata Cassandra della stampa di opposizione.
Come augurio di un 2019 migliore del 2018, due brevi storie che a quei valori si rifanno.
“La fiaba del fiore più bello”. Questa favola di Paulo Coelho è stata pubblicata il 23 dicembre scorso da Repubblica. La riassumo. Un principe voleva essere sicuro di prendere in moglie una ragazza di cui fidarsi ciecamente. Convocò quindi tutte le giovani donne della regione. Tra le aspiranti vi era anche la figlia di una serva del palazzo: sapeva di non avere nessuna speranza, ma era talmente innamorata del principe che le bastava la possibilità di trascorrere qualche minuto in sua presenza.
Il principe si fece portare un cesto di semi e ne distribuì uno a ogni ragazza, assicurando che sarebbe diventata sua moglie quella che avesse portato, sei mesi dopo, il fiore più bello.
La figlia della serva prese il suo seme, lo piantò in un vaso e cercò di farlo germogliare, ma senza successo, nonostante le cure e l’amore prodigato. Scaduti i sei mesi decise comunque di recarsi al palazzo con il suo vaso senza fiore. Non voleva perdere l‘occasione di rivedere il suo amato.
Le altre giovani avevano fiori bellissimi, uno più variopinto e profumato dell’altro. Il principe li esaminò con attenzione, e alla fine dichiarò che avrebbe preso in moglie la figlia della serva, l’unica che aveva avuto il coraggio di essere onesta. I semi infatti erano tutti sterili e non avrebbero mai potuto germogliare…
Purtroppo nel mondo reale difficilmente l’onestà viene premiata, anzi sembra che il successo arrida ai furbi e agli imbroglioni.. E dunque tanto più importante diventa credere che l’onestà può essere premiata… e insegnarlo ai nostri figli. L’onestà è un valore in sé, e come tale va praticata, ma non sarebbe bello sperare che alla fine ci sarà un riconoscimento, e che le fiabe diventeranno realtà?
“Quando un libro salva la vita”. Questo breve racconto è stato pubblicato nel libro “A velocity of being: letters to a young reader”, una raccolta di lettere sull’importanza della lettura, curata da Maria Popova e Claudia Bedrick, che da anni raccolgono testimonianze su come i libri possono ispirare e addirittura cambiare la vita (che idea anacronistica e meravigliosa!). Tra queste, la testimonianza di Helen Fagin, deportata a 21 anni nel ghetto di Varsavia, dove organizzò una scuola clandestina per offrire ai bambini l’educazione proibita dai nazisti. Ma si rese presto conto che non bastava insegnare latino e matematica: i ragazzi avevano bisogno di qualcosa che desse loro speranza, che li facesse sognare. Non sapeva però come trasformare questa ispirazione in realtà, finché una adolescente pallida con grandi occhi verdi che le divoravano il volto emaciato le chiese: “mi “racconti” un libro?” Helen Fagin aveva letto la notte prima “Via col vento”. Nel ghetto i libri erano una rarità preziosa: solo qualche volume entrava di contrabbando, ed era obbligo leggerlo in 24 ore e passarlo a qualcun altro, in modo che in caso di delazione, all’arrivo dei nazisti si trovasse già in mani diverse. Così Helen “raccontò” Via col vento,” cercando di ricrearne gli amori, le paure, le gelosie e le sfide, e di far rivivere i personaggi, Scarlett, O’Hara, Rhett Butler, Ashley e Mélanie, Wilkes. Non ci furono altre letture, gli eventi seguirono il loro tragico corso, dei 21 alunni di Helen solo quattro sopravvissero alla Shoah. La ragazza con gli occhi verdi era una di questi. Helen che era emigrata in America dove era diventata professore di filosofia e aveva contribuito a creare il Memoriale dell’Olocausto a Washington, ebbe la ventura di incontrarla parecchi anni dopo a New York. “Una delle più grandi gratificazioni della mia vita rimarrà la memoria di quell’incontro – ricorda-. La giovane donna mi presentò a suo marito dicendo che il mio racconto di ‘Via col Vento’ le aveva dato la forza di sperare e sognare, e quindi di che sopravvivere in quei momenti di totale deprivazione e disumanizzazione. Ci sono tempi – dice Helena – quando i sogni ci sostengono più dei fatti. Leggere un libro e abbandonarsi alla sua storia consente di mantenere viva la nostra stessa umanità.”
In una società che sembra disprezzare la cultura (e in particolar modo la cultura umanistica, che non serve a nulla di pratico, tantomeno a far soldi), quale viatico più significativo per il nascituro 2019, che ricordarsi del ruolo dei libri e dei romanzi nel dare forma alla nostra realtà, alla nostra identità, alla nostra vita?

Viviana Kasam

(31 dicembre 2018)