“Hyper Casher, noi non dimentichiamo
e combattiamo ogni forma d’odio”

A quattro anni di distanze dall’attacco, famiglie, autorità, leader religiosi e semplici cittadini si sono riuniti nelle scorse ore davanti all’Hyper Cacher di Parigi per rendere omaggio alle vittime dell’attentato antisemita che sconvolse la capitale. La cerimonia, semplice e senza parole, è stata scandita dall’accensione di dieci candele in memoria delle quattro vittime dell’Hyper Cacher, Yoav Hattab, Yohan Cohen, Philippe Braham e François-Michel Saada, delle vittime dell’attentato a Charlie Hebdo, dei poliziotti uccisi mentre svolgevano il loro lavoro, di Sarah Halimi, di Mireille Knoll e di tutte le vittime del terrorismo in Francia e nel mondo. “Come potrei dimenticare, anche solo per un momento, i volti e i nomi di Yohan, Philippe, François-Michel e Yoav? Come possiamo dimenticare che sono stati uccisi solo perché erano ebrei? Come dimenticare che sono stati vittime della barbarie, del terrorismo islamico e dell’odio antisemita? Come dimenticare il dolore delle loro famiglie che sono state ferite per sempre?”, le parole di Francis Kalifat, presidente del Conseil Représentatif des Institutions Juives de France (Crif), affidate a un editoriale. “Non dimentico. Perché voglio rimanere vigile e ricordarmi di combattere ogni forma di antisemitismo e di odio. Non dimentico. Perché chi dimentica si condanna a rivivere l’impensabile. Non dimentico. Perché dimenticarli li ucciderebbe una seconda volta. Non dimentico. Perché è un momento della nostra storia collettiva che deve rimanere nella memoria della nazione francese e nella storia del popolo ebraico”, il monito di Kalifat, che aveva invitato istituzioni e cittadinanza a presenziare alla cerimonia per commemorare le vittime dell’Hyper Casher. E molti i personaggi pubblici e politici che hanno risposto: il ministro dell’interno Christophe Castaner, il ministro della Giustizia Nicole Belloubet, il portavoce del governo Benjamin Griveaux, il segretario di Stato Sophie Cluzel e il sindaco di Parigi Anne Hidalgo.
“Dopo l’assassinio di Ilan Halimi e il massacro di Ozar HaTorah, l’odio anti-ebraico ha colpito di nuovo in Francia, rafforzando il sentimento di solitudine e abbandono che ci aveva invaso dopo un aumento senza precedenti di atti antisemiti e di violenza nel nostro paese – ricorda Kalifat parlando della strage del 9 gennaio 2015 – Ancora una volta, gli ebrei francesi provano l’angosciante sensazione di vivere un destino a parte nel proprio paese, lontano dalla solidarietà dei loro compatrioti. Dagli attentati del novembre 2015, questo sentimento è cambiato, ma rimaniamo lungimiranti perché sappiamo di rimanere obiettivi privilegiati per i terroristi islamici. Ma almeno non siamo più bersagli nell’indifferenza”.