JCiak – Golden Globes, momenti ebraici

Il trionfo di Miriam “Midge” Maisel, l’esclamazione yiddish di Michael Douglas, le misteriose lettere del tatuaggio dell’attrice Regina King e lo stesso conduttore. Alla cerimonia dei Golden Globes, il premio della stampa straniera che spesso anticipa gli Oscar, protagonisti e spunti ebraici non sono mancati.
È ebrea la protagonista della serie Amazon The Marvelous Mrs. Maisel, interpretata dalla bravissima Rachel Brosnahan quest’anno al suo secondo Golden. Miriam “Migde” è una giovane e bella casalinga upper class di New York che si scopre un talento per la commedia destinato, fra mille peripezie, a cambiarle la vita.
Gli stereotipi sono sempre dietro l’angolo quando si cerca la risata, soprattutto se quando in ballo c’è l’identità. Mrs. Maisel non fa eccezione e le critiche non sono mancate. A evocarle, sgombrando il campo dagli equivoci fin dal monologo di apertura, è stato Andy Samberg – primo conduttore ebreo della cerimonia insieme all’attrice Sandra Oh. “The Marvelous Mrs. Maisel è stata di nuovo nominata per più premi”, ha detto. “È lo show che fa balzare in piedi il pubblico dicendo ‘Aspetta, è antisemita?’”.
A rilanciare indirettamente la palla, Rachel Brosnahan (non ebrea) che ha ringraziato l’ideatrice della serie, che invece lo è. “Il nostro villaggio è un matriarcato retto da Amy Sherman-Palladino”, ha detto. E c’è da augurarsi che di villaggi così se ne vedano più spesso, in tv come al cinema.
Più diretto Michael Douglas, premiato come miglior attore nella categoria serie tv per la sua interpretazione dell’attore-insegnante di recitazione Sandy Kominsky in The Kominsky Method su Netflix. Dopo aver ringraziato il bravissimo coprotagonista Alan Arkin e Chuk Lorre (Big Bang Theory), l’autore ebreo dello show a sua volta premiato, Michael Douglas, 74 anni, ha dedicato il premio al leggendario padre Kirk. “Immagino che questo vada al mio 102enne padre. Alte Kakers rule!”, ha esclamato.
I social si sono subito scatenati alla ricerca del significato dell’espressione che – stando a quanto riportato da Forward – secondo l’esperto di yiddish Jordan Kutzik non ha alcuna connotazione sessuale (come qualcuno aveva suggerito) ma si usa per indicare un vecchio. “Anche se, più letteralmente – sostiene Kutzik – si riferisce a una persona che è incontinente”.
Svelato il mistero, non resta che citare Emily Nussbaum, raffinata critica televisiva per il New Yorker, che ha subito twittato “Alter kockers rule! was more authentically Jewish than anything on Mrs Maisel, I’ll give you that”.
L’ultimo mistero è arrivato da Regina King, vincitore come migliore attrice non protagonista del film di Barry Jenkins (Oscar per Moonlight) Se la strada potesse parlare. Durante il discorso di ringraziamento non si è potuto fare a meno di notare sull’avambraccio sinistro un tatuaggio. Tre lettere ebraiche: hey, hey, ayn.
Qualche anno fa l’attrice aveva spiegato a Vulture che significavano “amore incondizionato” in aramaico e che il figlio Ian si era tatuato le medesime lettere prima di andare al college. “Avevamo considerato diversi tatuataggi, ma abbiamo sentito che questo incarna davvero quello che sentiamo l’uno per l’altra”.
Secondo il Kabbalah Center la sequenza sarebbe una delle 72 presenti nel libro dell’Esodo come nomi divini. Di fatto in un vecchio video Madonna, allora appassionata dell’argomento, esibiva un tatuaggio con la combinazione lamed, ayn, vav.
Secondo un’altra interpretazione le tre lettere esibite da Regina King significherebbero invece “hineni omed hayom” (oggi sono qui) e “amore incondizionato”. Il che conferma la spiegazione dell’attrice e l’antica legge del buon senso per cui, prima di scriversi qualcosa sulla pelle, vale la pena pensarci almeno cento volte. Non serve aggiungere che dopo i Golden Globes le ricerche on line di tatuaggi in ebraico sono volate alle stelle.
Daniela Gross