Oltremare – Sabbia

fubiniIn un quartiere del globo così pieno di sabbia come il nostro, quando smette di piovere e tutto si asciuga istantaneamente perché tira un vento che pare la bora a Trieste, cosa potrà mai succedere? Esatto, tempesta di sabbia. Ecco uno di quei momenti in cui tutta la high-tech dei cervelli più fini del paese, e tutta la genialità dell’Iron Dome, tutti i grattacieli costruiti e in costruzione, e tutti i treni superveloci che dovrebbero portarci a Gerusalemme in pochi minuti; tutto ciò non vale il fazzoletto che devi metterti sulla bocca e sul naso per respirare aria filtrata e non, appunto, sabbia.
Il cielo è qualcosa di grigio o giallino, a seconda della provenienza della sabbia: Egitto o Siria o Sahara. Il sole latita. E a dirla tutta, l’effetto puramente estetico della cosa non è tanto lontano dalla nebbia del nord Italia, quelle volte che è nebbia alta, non a livello strada che devi accendere gli abbaglianti anche a mezzogiorno. Le automobili sono tutte grigie, anche quelle poche che per natura sarebbero rosse o blu. Sui vetri dei palazzi di uffici si posa una patina grigia che verrà lavata via non prima di Pesach e quindi meglio che la tempesta di sabbia arrivi a febbraio o inizio marzo, che altrimenti non si vede più fuori per mesi.
Peccato perché proprio l’inverno è l’unica stagione in cui il cielo può essere moderatamente terso e in certe giornate dopo la pioggia ma senza vento, un paio di volte all’anno capita di vedere perfino profilarsi all’orizzonte le colline di Gerusalemme che viste dal mare sembrano quasi montagne.

Daniela Fubini