ricorrenze…
E non seguirete le loro tradizioni (Levitico 18, 3).
Questo comandamento è interpretato e discusso nel Talmud (Avodah Zarah 11a) dove Tosfoth precisa che due tipi di usanze sono comprese nella proibizione biblica: le usanze legate ad altri culti e le usanze dei Gentili in generale considerate sciocche, anche se non legate ad un significato religioso.
Il Ran è in disaccordo e stabilisce che soltanto le pratiche che hanno un chiaro significato legato ad altri culti è proibito. Il Ramah (Yoreh Deah 178, 1) è d’accordo con il Ran. Ma il Ghaon di Vilna è in disaccordo con il Ramah e stabilisce che le usanze non legate ad aspetti religiosi o culturali sono permesse solo quando hanno un significato anche per gli ebrei o sono usanze di origine ebraica. Rabbi Yitzchack Hunter (Pachad Yitzchack 109) e Rabbi Menashe Klein (Mishneh Halachoth 10, 116) seguono l’opinione più restrittiva e stabiliscono che qualsiasi ricorrenza annuale sia stabilita secondo il calendario non ebraico è associata a un significato culturale e religioso non ebraico ed è quindi proibita. Rabbi Moshe Feinstein (Igheroth Moshe, Even HaEzer 3, 13) considera alcune ricorrenze civili permesse sulla base del fatto che non hanno alcun significato culturale e religioso, tuttavia lo stesso Rav Feinstein precisa che è bene che le persone particolarmente pie siano particolarmente restrittive in merito. Rav Joseph Soloveitchick considera permesse le ricorrenze secolarizzate (come il Thanksgiving).
Paolo Sciunnach, insegnante