“Blocco ad atleti israeliani,
sport mondiale reagisca”
“Apprendo con sconcerto, ritengo inaccettabile e condanno fortemente il divieto imposto agli atleti israeliani di partecipare ad eventi sportivi in Malesia”. Così Paolo Barelli, presidente della Lega Europea di Nuoto a proposito dell’ultimo episodio discriminatorio contro sportivi israeliani di cui si è venuti a conoscenza. Come diventato di pubblico dominio nelle scorse ore, la Malesia si avvia infatti a imporre un blocco in tal senso in vista dei campionati mondiali per disabili che ospiterà nel prossimo luglio.
Un intervento che Barelli ha inteso rivolgere “come presidente della Federazione Italiana Nuoto, che ha sempre rifiutato e contrastato ogni discriminazione di qualsiasi genere, etnica, linguistica, di religione e di sesso come prescrive fin dall’origine la Carta Olimpica e come appartiene all’essenza dello sport; come parlamentare della Repubblica Italiana che ugualmente pone la tolleranza alla base dei diritti civili”. E inoltre “come uomo ed ex atleta olimpico che ha sempre ritenuto lo sport un ponte e non un muro, uno strumento di fratellanza e rispetto a prescindere da razza, religione, usi e costumi”.
Prosegue Barelli: “Questa odiosa discriminazione antisemita, in un momento in cui è sotto gli occhi di tutti il rigurgito di sentimenti che speravamo fossero per sempre scomparsi, è particolarmente da combattere. Lo dimostrano anche recenti episodi di cronaca che purtroppo hanno portato nuovamente all’attenzione generale momenti di violenza originati da minoranze, ma non per questo insignificanti frange”.
“Lo sport – aggiunge il presidente della LEN – è sempre stato in prima fila nella lotta all’intolleranza, votato alla pacifica convivenza, all’integrazione; è riuscito dove molti avevano fallito, come ha potuto di recente l’azione del Comitato Internazionale Olimpico nel tentativo di avvicinare le due Coree che, sempre più spesso, si presentano nelle grandi competizioni mondiali con una squadra unificata”.
“Dobbiamo tutti insieme – conclude la sua riflessione – continuare ad opporci ad azioni di chiusura, non dobbiamo cedere a nessuna prevaricazione; lottare affinché i sacrosanti principi dello sport non vengano stracciati in questa come in tutte le altre occasioni. Credo che dal punto di vista dello sport, l’intervento del CIO e delle Federazioni mondiali e continentali sia indispensabile, insieme con eventuali azioni di diplomazia politica”.
(20 gennaio 2019)