Non dimenticare la Shoah,
una responsabilità condivisa

“Sono Sami. Quando avevo un anno e mezzo la mia famiglia fu deportata in un campo di concentramento. Ero un bambino, fui sottoposto agli esperimenti medici dei nazisti. Sono quasi morto di fame ma una donna tedesca mi salvò la vita. Mentre non so cosa ci riserverà il futuro, so che oggi metà della popolazione mondiale non sa che la Shoah è avvenuta. Un terzo pensa che sia un mito o sia stata esagerata. E i giovani sono molto meno consapevoli di cosa sia la Shoah. È una cosa straziante”. Con queste parole, perché ci sia maggiore consapevolezza, il sopravvissuto Sami Steigmann fa appello al pubblico internazionale perché dia un segnale di Memoria e partecipi alla campagna social #WeRemember: per farlo, basta postare sui propri profili social una propria foto con in mano un cartello “We Remember” con l’hashtag #WeRemember, o inviarla a weremember@wjc.org. “Ricordando il passato, possiamo costruire un futuro migliore”, ricordano dal World Jewish World, promotori dell’iniziativa a cui ha aderito l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Da oggi fino al 27 gennaio le immagini di chi ha partecipato alla campagna saranno proiettate ad Auschwitz in memoria di tutti coloro che sono stati uccisi dai nazisti.