Musicaust, il segno delle donne

Un evento-concerto per dare luce alle donne deportate o perseguitate dai regimi nazifascisti, attraverso la storia di alcune musiciste, pittrici, poetesse. Alcune di esse riuscirono attraverso le arti a trasformare la loro disperazione dilaniante, a sublimarla, a trasformarla in quel sottile grimaldello per poter aprire un varco, per permettere di far percepire a se stesse ed agli altri, il “vivere”, in piccola parte.
A raccontare le loro storie è stato l’evento Musicaust, andato ieri in scena ad Alfonsine, in provincia di Ravenna, su iniziativa di Alan David Baumann.
Alcune musiche proposte nel concerto, che aveva il patrocinio UCEI, sono state raccolte nel tempo da Miriam Di Pasquale, pianista, clavicembalista e direttore d’orchestra, che insegna alla Fondazione Milano. Ai brani musicali si è alternato il racconto storico delle deportazioni, illustrato da Baumann stesso con l’ausilio di testimonianze, tra le quali quelle di Edith Bruck e delle opere pittoriche di Eva Fischer.
“Vi furono – è stato raccontato ieri e in una iniziativa di lancio svoltasi a Lugano, promossa dall’amicizia ebraico-cristiana – i concerti clandestini nell’Amsterdam occupata, organizzati da Rosy Wertheim, le composizioni di Henriette Bosmans, direttrice dell’orchestra femminile ad Auschwitz, trascorsero quelle tetre esperienze la violinista Alma Rosé, nipote di Gustav Malher e la violoncellista Anita Lasker Wallfish. Sono sopravvissuti i poemi e i brani di Ilse Weber e riuscì a salvare la vita propria e del figlio la pianista Alice Herz-Sommer, grazie al suo ferreo carattere. Si tratta di donne che riuscirono a rimanere ancorate alla loro forza interiore, una energia creatrice e di madre, una forza motrice capace di condividere ed aggregarsi, un amore incondizionato”.
In ambito scolastico, è stato annunciato, Musicaust verrà presentato con il titolo Uno, due, tre stella.

(28 gennaio 2019)