Venezia – “Difendiamo l’uguaglianza”

“Una società che nega il valore dell’uguaglianza e alimenta la discriminazione delle minoranze è una società destinata ad ammalarsi gravemente”.
Così il presidente della Comunità ebraica di Venezia Paolo Gnignati nel suo intervento al Teatro Goldoni per il Giorno della Memoria. Gnignati ha poi ricordato la ferita delle Leggi razziste che “da un lato hanno offeso gli ebrei, e dall’altro lacerato e ammalato il tessuto sociale, alimentando l’opportunismo egoista e così minando il sentimento di solidarietà tra cittadini, e facendo prevalere una cultura dell’indifferenza e dell’egoismo”.
“Quando parliamo degli ‘altri’ – ha poi aggiunto – e in particolare delle nuove minoranze e del nostro modo di rapportarci a loro, è in gioco non solo la loro sorte, ma anche il nostro modo di essere. Una società che invece è consapevole della propria identità culturale, difende in modo aperto e forte non l’omologazione culturale, ma alcuni principi base della propria identità storico culturale che l’esperienza storica ha fatto emergere come essenziali, e perciò misura tutti, cittadini vecchi e nuovi arrivati, sull’accettazione e la fedeltà a questi”.
La cerimonia si è svolta alla presenza del sindaco Luigi Brugnaro, anche lui intervenuto. Tra il pubblico numerose autorità civili e militari.
“In un angolo del campo di concentramento di Bergen-Belsen – ha esordito il sindaco – qualcuno aveva inciso, forse con l’aiuto di un coltello o di un chiodo, questo graffito: ‘Io sono stato qui e nessuno racconterà la mia storia’. Quelle parole, che racchiudono la rassegnazione di un uomo di fronte all’odio del proprio ‘fratello’, devono essere il fondamento e la ragione per la quale, anche oggi, dopo 74 anni dall’abbattimento dei cancelli del campo di sterminio di Auschwitz, abbiamo voluto essere qui, assieme, per affermare il diritto alla ‘Memoria’ di quei fatti. È un nostro dovere. La storia di quell’uomo, la sua personale sofferenza, i suoi ricordi, i suoi dolori le sue angosce e la sua testimonianza non li sapremo mai, perché l’obiettivo del genocidio nazista era quello di cancellarne l’identità. Invece no! A lui e a tutti quei milioni di uomini, donne e bambini perseguitati con le leggi razziali e poi strappati alla loro quotidianità per essere portati nei lager noi possiamo, anzi, dobbiamo, dare Memoria”.
“Alla Comunità ebraica di Venezia, che pagò un doloroso tributo alla politica della discriminazione e dell’odio e a tutti coloro che quotidianamente sono impegnati a costruire ponti di pace – ha concluso Brugnaro – arrivi il caloroso abbraccio della città. Grazie alla vostra testimonianza oggi abbiamo raccontato quella ‘Storia’ che nessuno, secondo l’anonimo scrittore, avrebbe mai raccontato e che, invece, è stata in grado di scalfire nei nostri cuori il grande insegnamento della tolleranza, dell’accoglienza e dell’integrazione”.
Ai discorsi ufficiali è seguita la rappresentazione di teatro canzone “Caffè Odessa” di Miriam Camerini, a cura dell’associazione culturale “Tra i due Soli”. Dodici brani, dall’ebraico al ladino, dallo yiddish alla canzone americana, per viaggiare tra tempi e luoghi diversi e scoprire l’intreccio tra musica, identità ebraica e lingue dell’ebraismo. Sul palco, oltre a Miriam Camerini, Manuel Buda alla chitarra, sax e voce, Bruna Di Virgilio al violoncello e pianoforte, Arturo Garra al clarinetto.
Si è svolta invece stamane la cerimonia di posa di sei nuove Pietre d’Inciampo, in memoria dei cittadini e cittadine veneziane deportate nei campi di sterminio nazisti. Il via dall’anagrafico San Polo 2305 con la posa di una Pietra dedicata a Giovanni Gervasoni, a seguire la posa delle Pietre dedicate a Giuseppe Muggia, Maria Ester Anna Levi Muggia, Franca Muggia, Gino Aboaf; l’ultima Pietra, dedicata a Gustavo Corinaldi, ha sostituito quella sottratta da ignoti lo scorso anno.
All’appuntamento sono intervenuti la presidente del Consiglio comunale Ermelinda Damiano, l’assessore al Turismo e Decentramento Paola Mar, e i rappresentanti del Centro Tedesco di Studi Veneziani, della Comunità ebraica di Venezia, dell’Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea, della Chiesa Valdese Metodista.

(28 gennaio 2019)