Livorno – Frida, il diario dall’orrore

Tra le molte iniziative programmate e ancora in programma a Livorno per il Giorno della Memoria, lo splendido Teatro Goldoni ha ospitato domenica scorsa un pomeriggio incentrato su due figure femminili, Ilse Weber e la livornese Frida Misul, che ha visto protagonisti i ragazzi dell’Istituto Niccolini-Palli e delle scuole medie Fermi e Mazzini che, dinanzi alla platea gremita, hanno dato vita a un intenso percorso musicale e di letture, coadiuvati dai propri insegnanti, che ha visto proporre addirittura brani appositamente composti da ragazzi dell’istituto musicale.
Significativamente, alla presenza del figlio di Frida Misul, Roberto Rugiadi, la Comunità ebraica ha consegnato al sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, il diario manoscritto che la stessa Frida Misul scrisse a testimonianza delle deportazioni e delle persecuzioni subìte.
Il diario, concesso in comodato d’uso gratuito al Comune, verrà esposto nel Museo della Città, ai Bottini dell’Olio.
Con comprensibile commozione il figlio di Frida Misul ha dichiarato: “Abbiamo deciso di donare il diario alla città, in accordo con la mia famiglia. In fin dei conti si tratta di una briciola della storia livornese ed europea ed è bene che venga esposto per far capire cosa è successo in passato. Mia madre, a venticinque anni, fu arrestata, portata a Auschwitz e riuscì a sopravvivere grazie al fatto che sapesse cantare. Solo per questo venne indirizzata verso la posizione più ambita nel campo di Birkenau: quella di Sonderkommando. Gruppi di ebrei adibiti ai forni crematori. E mi diceva sempre: ‘Io mi sono salvata, perchè i miei correligionari mi hanno scaldato'”.
È intervenuto anche il Coro Ernesto Ventura, della Comunità ebraica di Livorno, diretto dal Maestro Paolo Filidei, impegnatissimo anche quale professore dell’istituto musicale.
Grande l’impegno, anche come esecutori dei brani musicali, degli insegnanti degli istituti coinvolti segnalando, con rammarico di non poterli nominare tutti come meriterebbero, il grande impegno organizzativo profuso, anche quest’anno, dalla professoressa Monica Leonetti Cuzzocrea, fortemente impegnata anche nel dialogo ebraico-cristiano.

Gadi Polacco

(Foto di Giuliana Ghelarducci)