…rifiuto

Con quale coraggio chi è oggi indifferente alle sofferenze altrui si indigni per il mancato riconoscimento delle proprie rimane, almeno per il sottoscritto, un mistero. Come si può pretendere che il Giorno della Memoria non sia occasione meramente celebrativa all’insegna dei buoni sentimenti, se poi non si dà alcun peso alle scelte inumane di chi vorrebbe lasciare morire in mare quelle persone che fuggono in questi giorni, in queste ore da povertà e guerra? La Shoah e la tragedia dei migranti nel Mediterraneo non possono essere paragonati, si dice. È vero nel senso ovvio secondo cui ogni evento ha una propria unicità, e non credo occorra soffermarsi sulla differenza essenziale tra chi fuggiva da uno sterminio sistematico e chi fugge verso una vita migliore. Ma il rifiuto di trovare le analogie tra ieri e oggi – per esempio il luogo del campo di raccolta e concentramento, la logica numerica delle quote applicata alle persone, la negazione dell’accoglienza, l’omissione di soccorso e la messa in ridicolo dell’empatia tacciata di “buonismo” – è ugualmente arbitrario. Questo rifiuto significa da una parte relegare la Shoah in un insondabile spazio extrastorico (e così abrogare in un colpo solo ogni discorso sulla responsabilità), dall’altro sdoganare l’indifferenza verso le tragedie dei nostri tempi.

Giorgio Berruto