accogliere…

“Nell’ebraismo, la fede non è accettazione bensì protesta contro il Mondo così com’è, e in nome del Mondo così come dovrebbe essere”. Lo sostiene rav Jonathan Sacks. E così in effetti la Torah ci insegna, fin dal primo ebreo, Avrahàm, pronto a protestare perfino contro D-o. E se non bastasse l’attestazione narrativa nella Torah, ecco che nel Levitico la norma stabilisce chiaramente “non rimanere indifferente quando viene sparso il sangue del tuo prossimo” (Lev. 19:16). Di fronte a tragedie che succedono più o meno vicino a noi, non possiamo rimanere indifferenti.
La questione dell’immigrazione clandestina non può essere evasa in poche righe: è seria e complessa ed è ridicolo pretendere di esaurirla nello slogan “non possiamo mica portare qui tutta l’Africa” o al contrario “apriamo a tutti”. Però vi sono dei punti fermi che non possono essere messi in discussione: 1) quando vi è un imminente pericolo di vita si è tenuti a intervenire senza indugio; 2) punire chi porta soccorso è inaccettabile. Conosco l’obiezione al primo punto: le regole citate si riferiscono al popolo ebraico, non ad altri. È un’obiezione che nonostante sia attestata nelle fonti, non tiene. In primo luogo perché già 800 anni fa il Meirì includeva tutte le popolazioni con regole sociali eque negli obblighi reciproci fra persone, “ed oggi è così che ci si deve regolare” (rav Kook); in secondo luogo perché è del tutto incoerente citare Wiesel “il contrario dell’amore….è l’indifferenza” pretendendo di applicarlo solo al popolo ebraico. Il monito contro l’indifferenza è lanciato per qualsiasi tragedia, anche se di proporzioni incomparabilmente più piccole della Shoah.
Quanto al secondo punto, i nostri Maestri descrivono esattamente così il comportamento degli abitanti di Sodoma: una giovane ragazza dava da mangiare ai poveri (cosa che a Sodoma era vietata). Quando venne scoperta, la cosparsero di miele e la lasciarono in preda alle vespe: è il suo grido che il Signore ascoltò e che alla fine portò alla distruzione di Sodoma (v. TB Sanhedrìn 109b).
Se infine a qualcuno saltasse in mente di dividere le famiglie e accogliere solo i bambini, valga per questo la condanna esplicita dei rabbini americani (www.rabbis.org).

Michael Ascoli, rabbino