Il Premier Conte in Libano

rassegnaGiovedì il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte sarà in Libano, prima tappa di una missione nel Mediterraneo che lo porterà nei prossimi mesi anche in Israele. Tre gli obiettivi della visita, scrive La Stampa. Il primo è legato alla sicurezza e alla missione Unifil, criticata da Israele dopo la scoperta di nuovi tunnel costruiti da Hezbollah sul confine. Conte vuole ribadire l’impegno italiano nella missione a tutela della pace. A questo punto, spiega La Stampa, è legato il secondo obiettivo ovvero l’intenzione di posizionare l’Italia come mediatore tra Libano e Israele. “L’ultimo punto riguarda l’economia: il Libano ha bisogno del sostegno e degli investimenti della comunità internazionale e l’Italia partecipa a diverse iniziative. Tra i progetti più rilevanti quello riguardante Eni, che insieme con Total è intenzionata ad avviare l’esplorazione di giacimenti di gas, compatibilmente con un accordo con Israele (ancora da mettere a punto) sulle zone assegnate alle trivellazioni”.

Il Marocco e l’apertura a Israele. È prevista per il 30 marzo la storica visita del Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a Rabat. “Israele e Marocco non hanno rapporti diplomatici, nonostante le relazioni cordiali fin dai tempi Mohammed V, il sovrano che ha portato all’indipendenza il regno nel 1956”, ricorda La Stampa. Ora il sito marocchino in lingua francese Le Desk ha rivelato che il consigliere alla Sicurezza nazionale Meir Ben-Shabbat sta lavorando con il pieno appoggio americano a un incontro fra Netanyahu e re Mohammed VI. “La visita, secondo la tv israeliana Channel 12, dovrebbe svolgersi negli ultimi giorni di marzo, subito dopo quella di Papa Francesco. Per il Times of Israel, le chance di successo sono alte, – scrive il quotidiano torinese – perché Rabat conta sull’appoggio di Washington per farsi riconoscere le proprie rivendicazioni sull’ex Sahara spagnolo, occupato nel 1975. In cambio, fra l’altro, è pronta a offrire la normalizzazione dei rapporti con Israele”.

Il Dialogo negli Emirati Arabi Uniti. Diverse le analisi legate al viaggio di papa Bergoglio negli Emirati arabi uniti, in cui è stato firmato un documento sulla “Fratellanza Umana per la pace mondiale e la convivenza comune” con il Grande imam di al Azhar, Ahmed al Tayyeb. “È entusiasmante vedere come le attività previste promuovano tutte la pacifica convivenza. – afferma a La Stampa Marc Schneier, rabbino di New York, impegnato nel dialogo con il mondo islamico e tra gli invitati all’incontro negli Emirati – In primis, la visita di Francesco ad Abu Dhabi: è un fatto senza precedenti. È l’inizio di una nuova era per i rapporti interreligiosi”. Sul Corriere Andrea Riccardi sottolinea come l’imam al Tayyeb si sia espresso contro il terrorismo in occasione della strage del Bataclan. “La personalità di quest’ultimo è complessa. – scrive Riccardi – La sua posizione su Israele è dura. Ma è anche un fermo oppositore dei Fratelli Musulmani, come si è visto durante la presidenza Morsi”. Ma Tayeb non ha solo una posizione dura su Israele, ricorda il Foglio, definendolo “un pacifista sui generis che raccomandò ‘l’unità contro l’occupante sionista’ con tanto di benedizioni per i ‘martiri’ che si facevano saltare in aria in Israele, lascia più di qualche dubbio sugli sviluppi futuri”.

1938, il documentario in edicola. Esce oggi in edicola con i quotidiani Repubblica, La Stampa e Il Secolo XIX il documentario “1938 – Quando scoprimmo di non essere più italiani” di Pietro Suber. Una pellicola che, scrive oggi La Stampa, “ricostruisce il contesto antecedente e successivo alla deportazione dei nostri connazionali attraverso la voce dei protagonisti ma anche degli altri, i responsabili diretti e gli irresponsabili, i troppi rimasti con gli occhi volutamente chiusi per non schierarsi e pagarne il pegno”.

Scontro Anpi-Salvini. È di nuovo scontro politico sulle Foibe. Lega, FdI e FI si scagliano contro un convegno a Parma dal titolo “Foibe e fascismo”, a cui ha aderito anche la sezione locale dell’Anpi. “E una iniziativa negazionista, via i contributi all’Anpi” dice il ministro dell’Interno. Carla Nespolo, presidente dell’Anpi nazionale, ha subito condannato e preso le distanze dal convegno e dall’adesione della sezione di Parma. “Le foibe sono state una tragedia nazionale, che copre un amplissimo arco di tempo e va affrontata senza alcuna ambiguità, contestualizzando i fatti. In molte realtà italiane l’Anpi ha collaborato con altre associazioni per ricordare questa pagina tragica della nostra storia. Gradirei molto che chi minaccia di cancellare i contributi alla nostra Associazione, abbia la doverosa curiosità di andare a leggere i documenti ufficiali da noi prodotti sul tema”, le parole di Nespolo (Repubblica).

La scelta francese per l’Eurovision a Tel Aviv. Bilal Hassani, 19 anni, rappresenterà la Francia alla fase finale del concorso Eurovision, prevista per metà maggio a Tel Aviv, in Israele. “Hassani – scrive il Corriere – è nato a Parigi in una famiglia marocchina originaria di Casablanca, è omosessuale e tra i suoi modelli c’è Conchita Wurst, la drag queen austriaca che ha vinto l’Eurovision nel 2014. Il suo interesse per le parrucche come parte del costume di scena gli ha attirato l’odio di centinaia di persone che sui social media lo offendono e lo accusano di essere un traditore, un occidentale decadente che ha ripudiato l’islam e la cultura maghrebina di appartenenza”.

Macerata, un anno non basta. Luca Traini, responsabile delle nota aggressione razzista contro alcuni migranti lo scorso anno a Macerata, ora si dice pentito e ha chiesto tramite il suo legale i domiciliari. “Nessuno, credendo nei principi d’uno Stato liberale, può augurare a nessun altro di marcire in galera: il carcere è anche redenzione e Traini sta certo compiendo un percorso. – scrive Goffredo Buccini sul Corriere – Ma questo percorso non può esaurirsi in un lampo. Per rispetto delle vittime. E per congruenza: se sosteniamo che chi ruba deve andare in prigione (ed è ragionevole) appare incoerente mostrare che chi spara a sei poveretti possa starsene sul divano di casa a leggere, anche se al Mein Kampf sostituisce gli Esercizi Spirituali”.

Europa, intolleranza in crescita. “In Europa ci sono sempre più segnali di rinascita di antisemitismo e anti islam, di razzismo e intolleranza. Se questi segnali non verranno stoppati si rischia di minare fin dalle fondamenta l’Europa unita. Servono atti e leggi idonee per perseguire qualunque atto di odio. E spero che l’Italia rimanga ciò che è sempre stata, ovvero una terra di pace e di tolleranza”. Ad affermarlo da Torino il consigliere speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite Adama Dieng, in un intervista sul dorso locale de La Stampa in cui denuncia il populismo nazionalista che usa i migranti come capro espiatori “per i fallimenti della politica”. Quando aveva 14 accusò Israele di crimini contro l’umanità e prese le difese del comico antisemita Dieudonné. “Ero giovane e stupido e avevo lasciato il telefonino agli amici”, si è difeso oggi.

Amicizie sbagliate. “Il colpo di fulmine politico tra il raggiante Jeremy Corbyn e “l’onorata” Alexandria Ocasio-Cortez non è piaciuto a tutti” racconta Repubblica parlando della telefonata intercorsa tra il leader laburista inglese e la giovane democratica americana. Quest’ultima è stata contestata online, riporta il quotidiano, per l’alleanza “con un leader antisemita”, dopo le alcune controverse frasi di Corbyn. “L’americana ha ribadito la sua assoluta vicinanza alla comunità ebraica”.

Ritratto di Hannah Arendt. Su Repubblica Pietro Citati racconta qualche scorcio di vita della celebre filosofa e giornalista Hannah Arendt. “Lasciò la Germania, abbandonando Heidegger, che aveva amato più di tutti. Andò a Parigi e poi negli Stati Uniti. Presto imparò a scrivere benissimo: alternando frivolezza e austerità, procurandosi un’intensità letteraria. Ma non le bastava scrivere stupendamente: volle agire, partendo per gli Stati Uniti, dove diresse il bollettino di studi ebraici della comunità ebraica tedesco-americana, sebbene sostenesse con pervicacia di non comprendere la storia, come del resto tutti gli ebrei. Fu amica di Gershom Scholem, il grande studioso di origine tedesca con cui discorreva a lungo: egli la accusò duramente, di non capire il popolo ebraico, poiché ne ignorava l’immenso passato”.

Sentenze. Si è concluso con una condanna a un anno e quattro mesi di reclusione il processo a carico di una donna di 48 anni denunciata per stalking dall’ex presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici (Corriere Roma).

La boxe e i palestinesi. Sul Corriere Buone notizie l’iniziativa di una palestra italiana a Gaza e in Cisgiordania per insegnare pugilato a giovani palestinesi.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked