Italia-Francia, è crisi diplomatica

rassegnaPreoccupazione sui quotidiani italiani per lo scontro diplomatico tra Francia e Italia: Parigi ha richiamato il suo ambasciatore, dopo “gli attacchi senza precedenti e senza fondamento del governo italiano” e le “dichiarazioni oltraggiose” non “giustificabili con le prossime elezioni europee”. Non succedeva dal 1940, in piena Seconda guerra mondiale. “Dopo mesi di scontri a distanza e polemiche durissime su molti fronti, dall’immigrazione alla Tav, è stato l’incontro di martedì tra Di Maio, Di Battista e i leader del movimento dei gilet gialli a far precipitare la situazione”, spiega il Corriere. Dal Libano, il Premier Conte cerca di mediare: “Il rapporto con la Francia è antico e non può essere messo in discussione”, e Di Maio “con i gilet gialli ha agito da capo politico del M5S” e non da vicepremier. Ma il leader Cinque Stelle rincara la dose: il popolo francese resta “amico”, semmai è Macron che “si è più volte scagliato contro il governo italiano in vista delle Europee”. Sulla stessa linea di scontro il vicepremier Matteo Salvini mentre fonti del Quirinale riferiscono della “grande preoccupazione” di Mattarella e invitano a ristabilire immediatamente un clima di fiducia (il Corriere sottolinea che il Capo dello Stato ha chiesto al ministro degli Esteri Moavero di intervenire). Repubblica riporta una nota ulteriore dell’ambasciata francese: “Questa non è una crisi passeggera, l’ambasciatore tornerà solo quando da parte italiana ci sarà stata un’azione chiara per ripristinare il rapporto di amicizia tra i due Paesi”. Il quotidiano riporta anche alcune delle questioni che hanno portato a ripetuti scontri tra Roma e Parigi, dalla polemica sulla “moneta coloniale” allo sconfinamento di Claviere.

Libia, Srebrenica del Mediterraneo. Desperate and dangerous: report on the human situation of migrants and refugees in Lybia, è il titolo dell’inchiesta , basata su 1300 interviste, realizzata dall’Onu sulla situazione in Libia dei migranti. “L’Onu, svelando gli orrori libici, confessa una inanità nel contrastarli – scrive Goffredo Buccini sul Corriere – che potrebbe infine diventare vergogna, in una sorta di Srebrenica mediterranea dove massacrata non è una singola nazionalità per la sua appartenenza religiosa (allora, i bosniaci musulmani) ma un’intera categoria umana: i fuggiaschi dell’Africa”.

Bari, tributo a Renzo Fubini. Docente di economia a Bari nei primi anni Trenta, Renzo Fubini fu espulso dalle università italiane con le Leggi razziste e poi assassinato ad Auschwitz. L’accademia pugliese ha deciso di ricordare la sua storia intitolandogli un’aula presso il Polo di Economia dell’Università di Bari, racconta oggi sul suo dorso locale Repubblica.

Ti rubo la vita in libreria. Una grande storia di “resistenza interiore vissuta fino alle estreme conseguenze”. Così Pierluigi Battista descrive in una recensione a tutta pagina sul Corriere il nuovo romanzo di Cinzia Leone, Ti rubo la vita, edito da Mondadori e in libreria da martedì 12 febbraio. “Ci sono molti cattivi in questo romanzo, – spiega Battista – a cominciare dagli assassini che massacrano una famiglia di ebrei a Giaffa nel 1936, quando le tensioni tra arabi ed ebrei, ben prima della proclamazione dello Stato di Israele, stavano già raggiungendo vertici di atrocità e di ostilità assoluta, per finire con i responsabili dello sterminio del popolo ebraico. Ma è difficile individuare i ‘buoni’, se per bontà si intende purezza, integrità, coerenza. Nessuno in queste pagine è un angelo”.

Roma, Tempio Maggiore illuminato. Nuova illuminazione artistica per la Sinagoga di Roma con tecnologia a led curata dall’Acea. L’accensione ieri sera: presenti la sindaca Virginia Raggi, il rabbino capo, Riccardo Di Segni, la presidente della Comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, e la presidente di Acea, Michaela Castelli. “Così Roma, facendo luce sulla storia, sarà attenta custode della determinazione di un popolo che da sempre tramanda e tutela con forza la sua identità”, le parole della Raggi riportate dal quotidiano La notizia. E nell’area di Portico d’Ottavia, spiega Repubblica Roma, il Comune si è impegnato a un progetto di restyling: “l’intervento prevede la demolizione dei marciapiedi, nuovi impianti per il sistema di raccolta delle acque, il rifacimento dell’intero manto stradale in sampietrini, la delimitazione con elementi di arredo urbano delle aree destinate ai pedoni, al transito delle auto, alle occupazioni di suolo pubblico”.

Segnalibro. Tra i libri consigliati sui quotidiani di oggi, Adriano Sofri sul Foglio parla di Piccola autobiografia di mio padre di Daniel Vogelmann (Giuntina), “così essenziale che riassumerla le nuoce”. Corrado Augias sul Venerdì di Repubblica riflette su Il sentimento del ferro (Fandango) di Giaime Alonge, libro a metà tra la spy-story e il romanzo storico con protagonisti due sopravvissuti alla Shoah. Su Repubblica Tonia Mastrobuoni racconta invece di un libro stroncato dalla critica tedesca ma che sta scalando le classifiche: Stella (Feltrinelli), il secondo romanzo del giornalista dello Spiegel Takis Würger. Al centro del libro la storia di Stella Goldschlag “catturata dalla Gestapo nel 1943, a 21 anni. Per salvare i genitori e il marito dalla deportazione nei campi, cominciò a collaborare con la polizia segreta denunciando, persino arrestando – la Gestapo le aveva fornito una pistola – tra 600 e 3000 ebrei berlinesi”. Sul Foglio si parla invece del libro La France sans les Juifs di Danny Trom, una denuncia contro il rischio che il mondo ebraico abbandoni non solo la Francia ma l’Europa.

Il fermo a Hebron. “Un attivista italiano, assieme a un collega statunitense, è stato arrestato e rilasciato dopo qualche ora dalle forze di sicurezza di Israele a Hebron”, scrive La Stampa, che riporta una nota dell’agenzia palestinese Wafa, secondo cui i due al momento dell’arresto erano nei pressi di una scuola elementare, vicino all’insediamento ebraico di Beit Hadassah. Il quotidiano torinese, sempre citando la Wafa, scrive che i due volevano “garantire l’uscita degli studenti proprio in assenza degli osservatori internazionali della Tiph (Temporary international presence in Hebron), che in genere sorvegliavano quella zona critica in modo da disinnescare eventuali incidenti fra le due comunità”.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked