Controvento – Tra le note

kasamHo conosciuto Francesca Dego nel 2013, quando insieme a Marilena Francese stavo organizzando all’Auditorium Parco della Musica di Roma, “I violini della speranza”, il nostro primo concerto per il Giorno della Memoria.
Volevamo rendere simbolicamente testimonianza e omaggio alla sofferenza dei musicisti ebrei morti nei campi di concentramento, chiedendo a violinisti di religioni diverse di suonare insieme alla nostra star, Shlomo Mintz. Non ci furono problemi per il musulmano e il protestante, che Mintz conosceva. Per il cattolico, che volevamo italiano, fu invece difficilissimo, ci bocciava tutti i nomi (supponemmo non volesse rivali..). Finché Salvatore Accardo ci suggerì una sua giovane allieva, allora 23enne, virtuosa di grande qualità, ci disse, e per di più bella, una vera presenza scenica. L’idea piacque finalmente a Mintz, che forse non si sentì minacciato nella sua supremazia da una ragazzina, per quanto geniale. Finché Dego non suggerì di suonare per il suo a-solo “Zigeunerweisen” di Pablo De Sarasate, un pezzo difficilissimo, ispirato alla musica zigana, per rendere omaggio al popolo Rom sterminato dai nazisti. Schlomo subito pretese un pezzo da virtuoso anche per sé, voleva suonare i Capricci di Paganini, che non c’entravano niente con il nostro concerto, e ne nacque un capriccio che rischiò di far saltare tutto. Inutile dire che Dego rubò la scena, alta e flessuosa e un talento puro, difficile da immaginare in una musicista così giovane. Ma la sorpresa non finì qui… Dego ci raccontò che il concerto le stava particolarmente a cuore perché per parte di madre discende da una illustre famiglia ebraica tedesca sterminata dai nazisti, e volle dedicare la sua partecipazione ai nonni Gerson e Straus.
L’anno scorso, proprio quando stavamo cominciando a pensare al Processo al re Vittorio Emanuele II per aver firmato e quindi promulgato le çeggi razziali, Francesca mi telefonò chiedendomi se ero interessata a portare in scena il suo nuovo lavoro, dedicato a un musicista italiano, Mario Castelnuovo-Tedesco, che era stato costretto ad emigrare in America per via delle leggi razziali. Una coincidenza che aveva qualcosa di magico.. e mi commosse l’idea che questa giovane musicista, proiettata in una carriera di successo mondiale (basti dire che incide con la Deutsche Grammophon) dedichi tanto del suo tempo e del suo lavoro al ricordo delle persecuzioni antiebraiche.
Racconto questi aneddoti perché pochi giorni fa Francesca mi ha scritto di nuovo per parlarmi del suo nuovo libro/cd “Tra le note”, riflessioni in veste autobiografica sulla musica classica.
Francesca, con mia grande sorpresa, oltre che una virtuosa delle note è anche una virtuosa delle parole (e infatti il suo sogno n.2 era di fare la scrittrice). Il libro, con freschezza, cultura e intelligenza, vuole essere una introduzione alla comprensione della musica classica, ma senza paludamenti e sussiego, piuttosto con lo sguardo di una donna giovane e felice, che ama quello che fa e vuole condividerlo, mescolando esperienze di vita, racconti familiari e segreti professionali. Perché, spiega: “parlare di musica è parlare di noi, di tutto quello che viviamo e proviamo”. Ventiquattro capitoli, che nel titolo contengono tutti una allusione musicale, e sono altrettante chiavi di lettura per portare il lettore dentro il mondo di chi compone, di chi dirige, di chi suona, delle orchestre e dei quartetti, degli strumenti e delle partiture in un crescendo di informazioni, aneddoti e insegnamenti che ne fanno una lettura divertente e preziosa per chiunque ami e ascolti la musica. Brava Francesca, per il talento e l’impegno e il ricordo delle tue radici. Nel cd c’è anche un brano di Castelnuovo-Tedesco, del quale Dego ha inciso l’anno scorso con la pianista Francesca Leonardi “Suite Italienne”, tre brani inediti di grande bellezza.
Il libro verrà presentato a Roma mercoledì 27 febbraio alle 18.30 presso il Bookstore Mondadori in Piazza Cola di Rienzo 81/83.

Viviana Kasam