Incidente aereo, da Israele
gli esperti al lavoro

rass stampaEsperti israeliani, come scrive tra gli altri il Corriere, al lavoro in Etiopia per individuare i resti delle vittime dell’incidente aereo verificatosi non lontano da Addis Abeba e in cui hanno perso la vita otto cittadini italiani. “L’operazione di identificazione – si legge – si presenta complicata. La Farnesina sta seguendo il coordinamento tra le famiglie e le autorità locali. La procedura dovrebbe essere lineare: bisognerà raccogliere i campioni del dna dei parenti in tutto il mondo e inviarli in Etiopia”. Lì, nel frattempo, “tecnici locali con l’aiuto anche di esperti israeliani già arrivati, cercheranno di ricomporre i resti”. A quel punto, e solo a quel punto, “si potrà incrociare i dati e sperare di dare un nome alle salme confrontando il dna trovato sul campo con quelli arrivati da tutto il mondo”.

“E Wonder Woman sfidò Netanyahu sugli arabi d’Israele”. Così Repubblica a proposito dell’intervento dell’attrice Gal Gadot contro il Premier israeliano e contro un certo tipo di campagna elettorale in cui ha spiegato di non riconoscersi. Nell’articolo si legge: “La Wonder Woman, già Miss Israele nel 2004, si è rivolta ai suoi quasi 30 milioni di followers su Instagram per aderire al polemico appello sull’uguaglianza fra arabi ed ebrei in Israele rivolto dalla modella-attrice Rotem Sela a Miri Regev, la ministra della cultura di Netanyahu”. Repubblica segnala anche le parole del Presidente Reuven Rivlin, che ieri ha affermato: “Non ci sono e non ci saranno mai cittadini o elettori di seconda categoria”.

Il dorso bolognese del Corriere racconta un’agghiacciante festa di compleanno nel capoluogo emiliano, il 27 gennaio scorso, celebrata con torte raffiguranti Adolf Hitler e con incisi messaggi macabri. Racconta il Corriere: “Succede nella civile Bologna. E se è così, è facile immaginare che stia succedendo (magari proprio ora, mentre leggete queste righe) in un’altra qualsiasi città d’Italia. Qui, nella nostra comunità, è accaduto a una festa di compleanno ospitata in un locale”. E non in quella “di un estremista, fascista, nazista, suprematista o razzista che dir si voglia”. Ma in quella “di un ragazzino qualsiasi che frequenta un noto liceo cittadino di cui scegliamo di non fare il nome per tutela dei minori coinvolti”.

Nel suo quotidiano Buongiorno su La Stampa, Mattia Feltri prende a modello la vicenda del grande allenatore ungherese Erno Egri Erbstein, che fu vittima delle Leggi antiebraiche, per riflettere su un tema attuale: e cioè se l’Italia sia o meno un Paese razzista. Fino al ’38 Erbstein fu amato e osannato, poi un lungo oblio causato dall’entrata in vigore dei provvedimenti antisemiti, fino al ritorno sulle scene (dopo un rocambolesco salvataggio dagli aguzzini) con il Grande Torino di Mazzola di cui anima e assieme al quale morì nell’incidente di Superga. Sottolinea Feltri, ricordando le tante oscillazioni di questa vicenda: “Non dobbiamo chiederci se siamo razzisti o no, ma quanto siamo disposti a cedere al soffio del vento”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(12 marzo 2019)