JCiak – Dov’è Anne Frank

L’ultima volta che aveva letto il diario di Anne Frank, il regista Ari Folman aveva 14 anni. Allora a scuola era una lettura obbligatoria. L’ha ripreso in mano, molti anni dopo, quando la fondazione Frank gli ha chiesto di adattarlo per il grande schermo. Folman, che insieme a David Polonsky l’aveva già riletto in chiave di graphic novel, ha esitato a lungo. Le potenzialità artististiche dell’opera gli sembravano ormai esaurite. Gli è bastato però rileggerlo per ritrovare la folgorante bellezza di quelle pagine e capire che tanto ancora andava raccontato. Il risultato è Where Is Anne Frank?, un’animazione di 92 minuti che è uno dei film più attesi dell’anno per cui Ari Folman – già regista del magnifico Valzer con Bashir (2008) sulla guerra del Libano e del sci-fi fantasy The Congress (2013) – ha appena terminato di registrare i dialoghi in inglese.
Il film, che è stata una delle principali attrazioni al recente Cartoon Movie di Bordeaux, racconta la storia di Anne Frank dal punto di vista di Kitty, l’immaginaria amica a cui Anne si rivolge nel diario. Kitty per magia torna in vita ai giorni nostri. È scampata alla guerra e pensando che anche Anne ce l’abbia fatta si mette alla sua ricerca.
Where Is Anne Frank?, girato nello studio di animazione di Folman a Giaffa, si rivolge al pubblico dei più piccoli. “Ho accettato questo progetto a due condizioni”, ha spiegato Ari Folman. “Che ne avrei fatto un film animato per bambini, perché i miei figli non leggerebbero mai un diario di 360 pagine. E che avremmo considerato quello che succede a Anne dopo la cattura della famiglia nell’alloggio segreto. Era una grande sfida, perché nessuno davvero sa cos’è successo. La soluzione è stata dunque di raccontare la storia dal punto di vista di Kitty”.
L’animazione usa personaggi in 2d su sfondi in stop-motion con effetti che le prime anticipazioni rivelano strepitosi. A crearli, il grande Andy Gent, già artefice della marionette di Fantastic Mr. Fox e L’isola dei cani di Wes Anderson. Attorno a loro, la città di Amsterdam cambia colore a seconda del periodo: è monocromatica nel contemporaneo per colorarsi di tinte vivaci come l’immaginazione di Anne Frank quando il racconto rievoca quei tempi.
Per Folman il lavoro su questo film – una coproduzione Belgio, Francia, Olanda ha un significato personale. I suoi i genitori, entrambi sopravvissuti alla Shoah, erano arrivati ad Auschwitz lo stesso giorno di Anne Frank, il 3 settembre 1944. Avevano iniziato a frequentarsi nel ghetto e mezza giornata dopo erano stati deportati. Alla liberazione al campo, entrambi pensavano che l’altro fosse morto ed era passato un anno perché si ritrovassero.
A insistere perché accettasse il progetto – ha spiegato a Animation Magazine – è stata la madre, 96 anni. “Ho 93 anni, mi ha detto e non ho più niente per cui vivere. Ho visto il bar mitzvah di tuo figlio. Tutti i tuoi nipoti sono sposati, ti ho accompagnato due volte a Cannes per i tuoi film. Se non lo fa, morirò domani. Se invece decidi di fare questo film, vivrò per la prima”. “Così – conclude il regista – ho deciso di farlo perché voglio che viva almeno cent’anni”.

Daniela Gross