ACCADDE DOMANI
Il banco di prova
Il lettore troverà, a partire dalle edizioni di questa domenica 17 marzo e di questa settimana, alcuni cambiamenti nelle pubblicazioni curate dalla redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
In particolare fra la direzione giornalistica e la rappresentanza dell’Ente editore si è fra l’altro concordato di incrementare il segno di distinzione fra le libere opinioni che pubblichiamo e le cronache, le inchieste e le interviste prodotte della redazione; di evidenziare quotidianamente un’area dedicata alla realtà sociale, economica e politica di Israele; di riservare un’edizione con cadenza settimanale a un’inchiesta dedicata a un grande tema d’attualità; di sospendere le pubblicazioni settimanali tematiche Sheva Segnalibro, Sheva Idee, Sheva Melamed e Sheva Eretz; di rivedere e rafforzare sia i contenuti che l’organizzazione grafica dei notiziari quotidiani online.
Come sempre avviene quando si cerca una soluzione condivisa fra diversi interlocutori, le soluzioni adottate non possono essere attribuite a una sola delle componenti, ma rappresentano piuttosto il migliore risultato possibile nella ricerca di un equilibrio.
Molte modifiche, quindi, sono state spinte dalle complesse dinamiche interne e dal vivace dibattito che contrassegna e rende vive le istituzioni dell’ebraismo italiano. Altre rappresentano esigenze poste dalla componente giornalistica.
Tutte sono state ragionate per valorizzare le testate giornalistiche coinvolte, il prezioso contributo dei tanti collaboratori che volontariamente donano qualcosa, il lavoro dei giornalisti. Ma soprattutto per rispondere coerentemente al patrimonio di valori che gli ebrei italiani si tramandano di generazione in generazione, primi fra tutti l’amore per la libertà di espressione e di critica e la tutela della dignità di ogni singola persona.
Dirigere la redazione di un giornale è uno straordinario banco di prova, perché il rapporto fiduciario fra un editore e un direttore si regge sull’equilibrio di un incarico di responsabilità. Un incarico sottoposto a una incessante verifica e al rischio di una possibile revoca istantanea, da una parte o dall’altra.
Ai lettori che dovessero preoccuparsi dei cambiamenti in vista, consiglierei quindi di guardare al futuro con l’ottimismo della volontà.
Saranno i fatti, invece, a deludere coloro che potrebbero confondere queste riforme con un passo verso il modello, più consono al loro animo, di pubblicazioni ebraiche con la museruola. I giornali e i giornalisti non possono nascondersi dietro alle chiacchiere. Devono rispondere di quello che pubblicano. Hanno il privilegio di misurare e confermare la propria identità giorno dopo giorno.
La più chiara delle risposte verrà dall’appuntamento quotidiano con i lettori, dall’impegno professionale di cui i giornalisti saranno capaci, dalla tutela della loro dignità professionale che tutta la collettività si sentirà di garantire. Da valori che anche quando saldamente conquistati non possono mai essere dati per scontati, ma devono essere confermati nell’impegno quotidiano.
gv
(17 marzo 2019)