Ester, un modello femminista

rav Michael AscoliCome tradurre in italiano la parola “‘agunà”,cioè la donna che non può risposarsi perché si sono perse le tracce del marito, oppure non si ha certezza della sua morte, oppure ancora come più spesso succede ai nostri giorni perché lui le rifiuta il ghet, il divorzio? Si potrebbe dire “imprigionata”, e forse questo è il senso della parola nella sua unica occorrenza nel Tanakh (Rut, 1:13) o , ricorrendo al significato più tardo della parola, “ancorata”. Un senso di costrizione, l’immagine di chi è destinata ad affondare se nessuno interviene a salvarla. Legata a un matrimonio che ormai di fatto non esiste più, la donna è comunque “sposata” e quindi impossibilitata a contrarre un nuovo matrimonio.
Per questo, nel corso della storia i Maestri della halakhà hanno sempre cercato ogni mezzo per liberare la donna dallo status di sposata quando ormai questo status è solo un’imposizione; e sempre per questo più di una volta i soldati di Zaha”l hanno rischiato la vita per poter dimostrare che un commilitone fosse effettivamente morto e non rapito o scomparso: per liberare la moglie dal matrimonio. Ma non sempre questo succede e il fenomeno di donne a cui viene rifiutato il divorzio è massicciamente presente. Al punto da avere indotto la società israeliana a fare del giorno del digiuno di Ester il “giorno della agunà”: benché la legge in tal senso non sia stata ratificata (decisione contraria della commissione parlamentare del 17.3.2011), è di fatto osservata da una larga parte della popolazione, con l’obiettivo di sensibilizzare al problema.
Cosa centra Ester? La prima impressione di chi legge la storia per la prima volta è forse quella di una giovane e bella donna che improvvisamente ha la fortuna di diventare regina e finisce poi per essere l’eroina della vicenda. Nell’ottica dei Maestri però, l’inizio è del tutto diverso: Ester viene presa a corte suo malgrado, il versetto dice infatti “e venne presa Ester [a corte] dal re Assuero” (Ester 2:16) e, nonostante fosse regina, viveva in uno stato di sopraffazione e di paura costante, tanto da dover nascondere le proprie origini (v. TB Meghillà 15a, Yalqùt Shim’onì 247). Ecco dunque che diventata simbolo della ‘agunà e della sua lotta, Ester è oggi un modello femminista!

Michael Ascoli, rabbino