Or Lamishpachot a Roma
“La vita più forte dell’odio”
“Oggi molti figli di questa Comunità difendono Israele, con lo stesso amore e orgoglio dei vostri. La vostra sofferenza è anche la nostra”.
Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma, si rivolge con queste parole alla folta delegazione di Or Lamishpachot, associazione israeliana che raggruppa i genitori che hanno perso un figlio durante la leva militare o in guerra, accolta ieri al Tempio maggiore della Capitale da centinaia di persone in un contorno di applausi e incoraggiamenti. Per il quarto anno consecutivo, grazie alla generosità di molti, un incontro che si rinnova nel segno dell’amore per la vita più forte della morte e dell’odio. Tra loro anche i genitori di un soldato musulmano, un beduino che con coraggio ha difeso Israele.
Sono diverse decine i genitori di Or Lamishpachot arrivati a Roma, dove torneranno stasera dopo aver fatto visita quest’oggi a Firenze e alla sua Comunità ebraica. Dopo essere stati agli asili, incontreranno gli studenti della scuola ebraica e gli ospiti della casa di riposo. E festeggeranno assieme agli ebrei romani il Purim, nel corso di un evento loro dedicato.
Sono storie strazianti quelle che raccontano. Ed è grazie a Or Lamishpachot e alla solidarietà e alla vicinanza di tanti, spiegano, che sono riusciti a uscire dal buio cui una notizia terribile come la perdita di un figlio condanna. “Todà rabbà” sottolineano in sinagoga, dove la vita che va avanti è testimoniata anche dai canti, dalla musica che esorcizza la paura e il vuoto.
A dare loro il benvenuto anche il rabbino capo rav Riccardo Di Segni e l’ex presidente della Comunità ebraica Riccardo Pacifici, che è tra gli organizzatori di questo quarto incontro.
(19 marzo 2019)