Ius soli, dibattito di cittadinanza

rassegnaTorna di attualità la discussione sullo ius soli, la cittadinanza per nascita. Il dibattito si è riacceso “dopo la grande paura per i 51 ragazzini rapiti sull’autobus a Milano. Almeno una dozzina di loro, infatti, sono figli di immigrati, quindi senza cittadinanza italiana”, racconta il Corriere, tra cui Ramy, il “ragazzino eroe”, come lo descrivono i quotidiani italiani, a cui in molti hanno proposto di dare la cittadinanza. “Ramy non è tanto un eroe perché ha avuto il coraggio di liberare se stesso e i compagni dalle mani di un pazzo, terrorista o criminale che sia, da una situazione che poteva finire molto male. – scrive La Stampa – Ma perché ha avuto il coraggio di chiedere quello che sente come un diritto, non una ‘ricompensa’ come la si vuole far passare e non solo per se stesso ma per tutti i bambini nati e cresciuti in Italia che di straniero hanno solo il passaporto”. A questa richiesta però il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha risposto così “Ramy vorrebbe avere lo Ius soli? È una scelta che potrà fare quando verrà eletto parlamentare”. Su Repubblica, il padre del ragazzo, Khaled Shehata, afferma: “Non è giusto. Mio figlio ha salvato la vita a 53 persone, porca miseria. L’Italia dovrebbe premiare il suo coraggio. Ha solo 13 anni, vi rendete conto?”. “Ramy è nato e cresciuto qui, frequenta le vostre scuole, parla alla perfezione la vostra lingua: è già italiano. E come lui lo sono i suoi compagni, la cittadinanza dovrebbero averla anche loro”. A favore dello ius soli, il leader del Pd Nicola Zingaretti e l’ex sindaco di Roma Walter Veltroni (Repubblica).

Rafi Eitan (1926-2019). A 92 anni è morto in Israele Rafi Eitan, ex ministro, leggendario ufficiale dello Shin Bet e del Mossad che guidò nel 1960 la missione per catturare in Argentina il boia nazista, Adolf Eichmann, come raccontano oggi i principali quotidiani (Repubblica, Corriere, tra gli altri). “Rafi Eitan era la ‘master spy’, come si direbbe in ebraico, la ‘spia delle spie’: – scrive su La Stampa Elena Loewenthal – centinaia di operazioni portate a termine, anche se la più famosa resterà la cattura di Eichmann. ‘É stata una delle più semplici’, raccontava con un’ombra di sorriso, ‘magari fossero state tutte così: incroci un uomo per strada, gli metti una mano sulla spalla, gli placchi la testa, ed è fatta’. Naturalmente non andò proprio così, ma certo già ne11960, ai tempi della cattura del criminale nazista dopo una lunga caccia in Sudamerica, Rafi Eitan ne aveva già viste tante”.

Conversazione con David Grossman. Protagonista del Festival svizzero Eventi Letterari di Monte Verità (11 al 14 aprile), lo scrittore David Grossman parla, in una lunga intervista a Robinson di Repubblica, del significato della letteratura e di coloro che considera una fonte d’ispirazione, tra cui Primo Levi. “Ho scoperto Primo Levi quando avevo diciannove, vent’anni e sono stato toccato dalla sua profonda umanità. – afferma Grossman – La maniera in cui ha narrato la vita nei campi nazisti, la perdita di umanità di cui è stato testimone sono qualcosa che mi accompagna costantemente. Quante volte guardiamo alle persone senza più avere nei loro confronti uno sguardo umano? Non è quello che sta accadendo da voi in Italia con i migranti e le politiche di Matteo Salvini?”.

Insulti antisemiti.“Sono rimasto impietrito. Assurdo usare la parola ebreo come un insulto”, così il giornalista Gad Lerner commentando con Repubblica l’episodio che l’ha visto, suo malgrado, protagonista a Prato: qui, dal groppuscolo di fascisti che sfilava per celebrare nostalgicamente la nascita dei fasci da combattimento (nati a Milano il 23 marzo 1919, come ricorda il Corriere), è partito l’epiteto “ebreo” usato da un imbecille come insulto. “Sono tornato indietro e gli ho detto ‘certo che sono ebreo’”, sottolinea Lerner. “Pur avendo chiaro che oggi le vittime principali non sono gli ebrei ma i neri, i rom e i musulmani, vedo che è tornata una chiave di interpretazione tipica del razzismo. – spiega il giornalista- E cioè quella dell’ebreo come burattinaio, anche dell’immigrazione. Devono dimostrare che esiste un piano delirante di sostituzione etnica, con il trapianto di popolazioni e dicono che a muoverlo sono finanzieri ebrei. Sui social ricevo offese come non mi era mai capitato. Torna l’argomento cospirazionista. Mi danno di burattinaio ricco ebreo, giudeo bolscevico, servo di Soros”. Sempre Repubblica così come altri quotidiani sottolineano che nelle diverse piazze italiane – Prato compresa – c’erano molti più democratici antifascisti che nostalgici fascisti.

Segnalibro. Su Repubblica Robinson, Wlodek Goldkorn racconta la storia dietro al romanzo-documento di Anatolij Kuznecov Babij Jar, dedicato al luogo in cui furono assassinati dai nazisti 31mila ebrei (“In seguito quel posto diventò pure la tomba di prigionieri di guerra sovietici, partigiani, rom, persone sospette di attività sovversive”) e nuovamente in libreria grazia alla traduzione di Emanuela Guercetti per Adelphi. 25 volumi sui grandi processi della storia, tra cui quello di Norimberga, il processo Eichmann e quello contro Alfred Dreyfus sono invece al centro dell’iniziativa che il Corriere della Sera presenta oggi. Venerdì prossimo in edicola ci sarà il volume di Roberto Scevola Norimberga. Il male sotto accusa, con prefazione di Pierluigi Battista, riguardante la punizione dei maggiori criminali nazisti. Sulla Lettura del Corriere, Richard Evans racconta la grande biografia che ha dedicato a uno dei massimi storici del Novecento: Eric Hobsbawm. A Life in History, uscito in Gran Bretagna da poche settimane. Rimanendo in tema storico, la Gazzetta del Mezzogiorno parla del volume di Gabriele Ranzato, La liberazione di Roma. Alleati e Resistenza (Laterza), dedicato al diverso ruolo degli Alleati e della Resistenza nella vicenda della liberazione della capitale italiana. Sul Domenicale del Sole 24 ore, Giulio Busi presenta invece Schiudi le mie labbra. Le vie della preghiera biblica ebraica, volume scritto da Haim Fabrizio Cipriani ed edito da Giuntina.

Palermo per tutti. “Credo sia importante che da Palermo parta un messaggio di dialogo e di distensione. Questa è la città che sostiene la nascita di una sinagoga per gli ebrei ma che ha come assessore alla Cultura un medico palestinese”, così il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, in quella che voleva essere una risposta alla contraddizione di aver ospitato il Dalai Lama lo scoro anno e quest’anno il presidente cinese (La Stampa).

Milano, Festival della lingua e della cultura araba. Presentando la rassegna dedicata alla cultura araba di venerdì prossimo a Milano, il Corriere intervista la scrittrice Inaam Kachachi, tra le protagoniste del Festival. Per l’occasione, Kachachi racconterà le storie di tre donne di rilievo nella storia irachena. Tra queste, la cantante Salama Murad: “Ebrea, era adorata negli anni Trenta e Quaranta, al punto da riuscire a influenzare ministri e deputati”.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked